Vitigno Italia 2019, il successo del XV Salone dei Vini a Napoli
Tutto il senso di Vitigno Italia, giunto ormai alla XV edizione, è facilmente riassumibile in pochissimi tratti, assolutamente decisi. Ne apprezziamo, innanzitutto, l’organizzazione: la location è, ovviamente, strepitosa ma l’organizzazione riesce a regalare all’intera manifestazione qualcosa che va ben oltre la bellezza di Castel dell’Ovo. La giornata di apertura è di quelle che difficilmente dimentichi: poche le code all’ingresso (organizzato alla perfezione), poche le code agli stand e, soprattutto, una selezione (non solo di vini, si intende) impeccabile.
Sembrerebbe facile mettere insieme 250 produttori per oltre 2500 etichette, ma non lo è. A Vitigno Italia, però, anche questo è possibile: le sale (tante) sono organizzate come orologi svizzeri. I percorsi sono tutti ben strutturati e la giornata scorre via piacevole. Complice anche la location mozzafiato, quella trascorsa a Vitigno Italia si trasforma ben presto in una delle domeniche più belle degli ultimi tempi in città.
Le aziende, inutile sottolinearlo, sono l’elemento dominante di una giornata da incorniciare. Abbiamo ritrovato cantine ed etichette provenienti da ogni parte d’Italia. La sala D dedicata al Sannio, Città Europea del Vino 2019, le prime tre sale frutto di una sapiente commistione tra Nord e Sud, bianchi e rossi, in un ideale percorso lungo lo stivale.
Tutto inizia nella Sala A, verrebbe da dire quella dell’accoglienza, quella che svela e non svela: qui si percepisce già il senso dell’intera passeggiata che dovrà condurci al loggiato di Castel dell’Ovo. Fatta eccezione, appunto, per la sala D, il percorso è una piacevole passeggiata in giro per le più importanti Aziende Vitivincole Italiane.
Vitigno Italia, l’Irpinia la piacevole “sorpresa”
C’è la Sicilia. C’è il Cilento, ci sono i Prosecchi, c’è il Sannio. C’è il Vesuvio. C’è l’Irpinia. Non ce ne vogliano le altre province ma a sorprenderci, piacevolmente, è stata proprio la Provincia di Avellino. Da Torre Le Nocelle a Lapio, da Pietradefusi a Taurasi sembra quasi, sorso dopo sorso, di ritrovarsi in quei vigneti sconfinati. Ed è così che ci imbattiamo nei “Campi Taurasini” delle cantine dei Fratelli Addimanda o nel Fiano della Tenuta Scuotto; ci perdiamo, completamente, nel percorso dell’Azienda Vitivinicola Nardone o in quello delle Terre di Valter.
È chiaro che affermare che oltre l’Irpinia, oltre l’avellinese, ci fosse nulla, non avrebbe alcun senso. In proporzione, però, le aziende irpine mostrano con fermezza l’importanza di quel territorio nel panorama enologico italiano mettendo in bella mostra i migliori vini di Avellino e provincia. Quelle cantine, anche nell’ultima edizione di Vitigno Italia, riaffermano tutta la potenza di un’area che si impone, nel panorama del Belpaese, come riferimento inconfondibile.