Viola Ardone “Una Rivoluzione Sentimentale”: Intervista
Viola Ardone ha pubblicato, sempre per Salani Editore, “La ricetta del cuore in subbuglio” e attualmente è in libreria con “Una rivoluzione sentimentale” con il quale è in tour promozionale. Ecco l’intervista in esclusiva per Newsly.
- Viola Ardone, la tua esperienza nel campo della letteratura inizia quando hai lavorato nell’editoria, da lì sei passata poi alla scrittura. Che ruolo ricoprivi in campo editoriale?
Lavoravo come redattrice in una casa editrice di libri per la scuola. Non mi occupavo, quindi, di narrativa né di letteratura. Eppure quegli anni sono stati per me preziosi per acquisire l’agilità nello strutturare la frase, la precisione nella scelta delle parole e la chiarezza nell’esposizione dei contenuti. Una grande palestra!
- Cosa ha rappresentato per te il passaggio dallo stare dietro le quinte all’essere in prima persona autrice di un libro?
Pubblicare un libro è un atto di grande coraggio. Quando rileggo sulle pagine del volume ormai pubblicato le stesse frasi che avevo girato e rigirato al computer e riletto sui fogli sputati fuori ancora tiepidi dalla mia stampante, ho sempre un capogiro, un’emozione precisa: quelle stesse parole mi sembrano più nette, più durature e non più ritrattabili. Scrivere e pubblicare un libro è quindi una grande gioia ma anche una grande responsabilità.
- Posso definirti una scrittrice “tosta”, una che sa come approcciarsi al mondo delle parole perché vedo che hai messo tanto nei tuoi due romanzi, la tua spinta narrativa da dove nasce?
Le mie storie nascono quando inizio a sentire una “voce” che mi parla. E’ in genere la voce di un personaggio che si fa strada con tanta forza dentro di me, che mi costringe – nel vero senso della parola – ad ascoltarla e a metterla nero su bianco. Mi piacciono le storie di riscatto, di cambiamento, di trasformazione. Mi piace cambiare insieme ai miei personaggi, alla fine dell’avventura di un romanzo. Ho bisogno di credere che per ognuno di noi esiste sempre un’altra possibilità, e un’altra e un’altra e un’altra…
- Hai ora in tour promozionale il tuo ultimo libro “Una rivoluzione sentimentale”, parliamo del titolo, cosa significa questa “rivoluzione sentimentale”?
Il titolo nasce da una frase di Luigi Pintor, giornalista e scrittore del Novecento, fondatore del “Manifesto”, che dice: “Consiglierei una rivoluzione sentimentale. Di tutte le rivoluzioni o riforme… nessuna è mai stata progettata come sentimentale. Forse perché i sentimenti… sono sempre stati reputati di genere femminile”. Insomma, una rivoluzione è qualcosa di profondamente femminile, perché le donne portano dentro di sé l’attitudine al cambiamento, al rinnovarsi, al generare e al rigenerarsi. E la protagonista del mio romanzo troverà la forza di fare la sua rivoluzione sia personale che politica.
- Zelda Desiderato, nome che immagino sia in onore della moglie del grande Scott Fitzgerald, è una ragazza moderna, bella, ambiziosa e concentrata su se stessa, che ha tanti sogni nel cassetto, primo quello di diventare una scrittrice, ma per ovvie difficoltà, si ritrova ad insegnare a Scogliano, un paese immaginario dell’hinterland napoletano, un paese come ce ne possono essere tanti. Zelda, come tanti giovani, è combattuta tra il sogno e la dura realtà quotidiana, a quale modello di donna ti sei ispirata per creare questo personaggio?
Zelda è una donna che vive il dilemma di tante donne della nostra epoca: quale modello seguire? Quello delle nostre bisnonne, nonne, madri? Essere moglie? Essere madre a propria volta? Realizzarsi nel lavoro seguendo i propri sogni o facendo i conti con quello che la realtà lavorativa offre? Zelda vorrebbe essere una docente universitaria, una scrittrice, ma si ritrova a insegnare a… Scogliano!! Qui le aspirazioni e la dura realtà del quotidiano entrano in una rotta di collisione insanabile. Però questo si rivela il primo passo per accogliere e far maturare dentro di sé un cambiamento profondo e duraturo. Zelda deve fare i conti con la realtà, per poter davvero iniziare a sognare in grande…
- In “Una rivoluzione sentimentale” ho visto tanti generi letterari, che forse hanno un po’ spiazzato perché c’è tanta roba al fuoco, la tua non scelta di soffermarti su un unico genere letterario è dettata dalla tua esigenza di non incastrarlo in un genere pre definito che poi magari ti andava stretto?
Mi piace immaginare che la scrittura, così come la vita, non si possa incasellare in un “genere”. Se in questo periodo della mia vita sono innamorata, non significa che allo stesso tempo non possa anche combattere una battaglia sociale o tentare di fare carriera o commuovermi per un sorriso di mio figlio. Se sto soffrendo per amore, non è detto che ogni tanto non mi scappi una risata… Perché la vita è così. Né bella né brutta: semplicemente imprevedibile. Ed è questo, tutto sommato, che ci spinge ad andare sempre avanti. Ed è lo stesso motivo, credo, per cui continuiamo a leggere una storia. Per il piacere di lasciarci sorprendere.
- Ci sono molti spunti di riflessione nel libro, molte chiavi di lettura, una “rivoluzione sentimentale” di cui la società avrebbe bisogno sicuramente. Qual è il messaggio che tu desideri trasmettere?
Non so se ci possa essere un messaggio in una narrazione, in un romanzo. Però posso dirti che la mia idea-guida è stata questa: se ognuno di noi pensa che è inutile fare qualcosa perché niente cambierà mai, oppure perché tanto lo farà qualcun altro, allora niente mai potrà cambiare davvero. Bisogna “sporcarsi le mani” con la realtà, partecipare, esserci in prima persona, “dal vivo” e non mettendo un pollice alzato su un social network.
- “Rivoluzione” equivale a “cambiamento”, come è cambiata la tua vita da quando scrivi libri?
Semplice: ho capito che non potrei mai farne a meno! Buona Rivoluzione a tutti…
Ringrazio Viola Ardone e le faccio un grande in bocca al lupo.