Vincitori Cannes 2018: due film italiani premiati
Grande fermento al Festival di Cannes di quest’anno. Un’edizione che non si è fatta mancare nulla: dal pugno duro delle donne contro le molestie ai film che denunciano abusi ed ingiustizie, con grande riscatto dell’Italia, che festeggia e porta a casa ben due meritati riconoscimenti.
Ma procediamo con ordine.
Il 2018, a Cannes, vede protagonista il film giapponese di Kore – eda , “Un affare di famiglia” , l’interessante storia di una famiglia priva di alcun legame di sangue. Tutto si svolge nella casa di una anziana che vive nella sua pensione, dove si sono istallati, una donna con il suo compagno, un ragazzino trovato abbandonato in un’auto, un’altra giovane donna e una bambina piccola maltrattata che accolta in famiglia e poi inserita nella pratica di Shoplifter , taccheggiatore, grazie al quale mandano avanti l’intera economia familiare.
Chiara Mastroianni, procede con la consegna del premio per la migliore sceneggiatura a Alice Rohrwacher per il suo Lazzaro Felice, che racconta, attraverso gli occhi semplici e umili e di un paesano, il continuo declino della realtà contadine. Un premio questo, che arriva esattamente a distanza di 4 anni dal Grand Prix per “Le meraviglie”.
Ma è con l’entusiasmo unico ed inimitabile di Roberto Benigni che l’Italia trova il secondo riconoscimento, consegnato dallo stesso, tra un francese sgrammaticato ma emozionante, a Marcello Fonte, protagonista del film di Garrone, Dogman. La storia racconta di un uomo che riesce a stare a suo agio più con i cani che con gli essere umani, fatta eccezione di sua figlia Alida.
Come spiega Garrone, il suo incontro con Marcello Fonte, ha fatto sì che riuscisse a trovare il volto giusto per raccontare l’uomo mite , che porta il nome del suo interprete, sottolineando che il film, è ispirato e solo ispirato al caso di cronaca nera degli anni ’80 del Canaro della Magliana.
Momento commuovente è stato quello dell’assegnazione del Premio della giuria consegnato da Gary Oldman all’attrice e regista libanese Nadine Labaki.
Di grande impatto anche la consegna del Premio per la migliore attrice, da parte di Asia Argento e le sue parole: “Nel 1997 sono stata violentata da Harvey Weinstein, qui a Cannes. Avevo 21 anni, questo festival era il suo territorio di caccia. Voglio fare una previsione che non sia mai più benvenuto qui. Anche stasera, seduti in mezzo a voi, ci sono quelli che devono ancora essere ritenuti responsabili della loro condotta contro le donne.”
Spike Lee con il suo Pamphlet politico Blackkklansman si è aggiudicato il Grand Prix. A seguire il premio per la migliore interprete femminile a Samal Yeslyamova, protagonista del film Ayka, regista Kazako Sergey Dvortsevoy che racconta di una donna che dopo aver dato alla luce il suo bambino lo abbandona in ospedale e senza soldi, piena di debiti vaga per una Mosca in balia di una tempesta di neve.
La migliore regia invece è andata a Pavel Pawlikowski, Premio Oscar polacco, che con Cold War , dove tutto è centrato sulla storia d’amore dei suoi genitori, in una Polonia della Cortina di ferro, tra canzoni Folk, musica Jazz e canzoni italiane anni ’60.
Per concludere La Camera d’or,è stato attribuito a Girl di Lukas Dhont, la vibrante storia di un ragazzo che vuole diventare ballerina e del suo vivere tormentato in un corpo maschile che non sente appartenergli. Il regista ha deciso di dedicare il premio alla vera persona che ha ispirato il protagonista Victor Polster.