Vice prefetto arrestato per associazione a delinquere all’Isola d’Elba
Giovanni Daveti, vice prefetto dell’ufficio della prefettura dell’isola d’Elba, e Giuseppe Belfiore, un membro di una famiglia della ‘ndrangheta attiva in Piemonte, sono stati arrestati nel corso di un’operazione condotta dalla fidanza di Livorno e coordinata dal procuratore capo Ettore Squillace Greco. Altre sette persone sono finite agli arresti domiciliari.
Insieme a questa, altre perquisizioni sono state eseguite a Livorno, Torino, Asti, Padova, Napoli, Pisa, Pistoia, Ravenna, Campobasso, Lecce e Brindisi
L’incriminazione riguarda reati come associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, porto abusivo di esplosivi, contrabbando di nove tonnellate di sigarette, indebita compensazione di debiti tributari tramite fittizie compensazioni.
Se Daveti è conosciuto relativamente alla sua carica non meno “famoso” è Giuseppe Belfiore. Quest’ultimo è il fratello del mandante dell’omicidio del procuratore di Torino Bruno Caccia, avvenuto nel 1983. Egli risulta affiliato a una delle più note cosche di n’drangheta che oprano in Piemonte, nel centro-nord d’Italia e anche all’estero.
A finire sotto accusa ci sarebbero anche altre persone ma secondo le indagini tutto ruotava intorno al viceprefetto Daveti e a Belfiore, entrambi finiti in manette con l’accusa di associazione a delinquere.
In un episodio il viceprefetto, ritenendosi vittima di una truffa, avrebbe pianificato una vendetta dando un incarico preciso: reperire l’esplosivo da usare contro la vettura di famiglia del suo presunto truffatore. Il tutto fu intercettato dai finanzieri evitando così una strage.
Daveti avrebbe poi chiesto anche aiuto alla ‘ndrangheta per evadere il fisco. Questo fatto ha permesso di riportare in luce altri casi diffusi in tutta l’organizzazione che nel periodo 2016-2017 hanno consentito ad altri 7 soggetti di ottenere l’abbattimento delle proprie posizione debitori nei confronti del fisco per un valore complessivo di un milione di euro.