Valore dei Bitcoin ai minimi: quotazioni in costante ribasso
Dai massimi del dicembre scorso ai minimi degli ultimi giorni: chiamarlo crollo sarebbe addirittura riduttivo. Il valore dei Bitcoin, in pochi mesi, è praticamente crollato dai 20.000 dollari del dicembre scorso ai 5800 di domenica. Ora siamo su quotazioni prossime ai 6.000 dollari ma rispetto ai tempi d’oro sembra che la tendenza ribassista sia destinata a continuare. Una ripresa è comunque in vista ma i 20.000 dollari sembrano davvero troppo lontani.
Tutto si gioca intorno alla soglia psicologica dei 6.000 dollari. Ulteriori ribassi rispetto a questa quotazione potrebbero condurre l’intero settore ad un ulteriore crollo che, inevitabilmente, potrebbe comportare un ridimensionamento dell’intero settore. Nonostante il calo però la capitalizzazione totale si aggira ad oggi intorno ai 250 miliardi mentre il valore dei Bitcoin rispetto all’anno scorso è più che raddoppiato. Insomma, tendenza ribassista a parte, il settore appare ancora florido.
Quotazioni Bitcoin, perché è calato il valore?
La prima grande causa del crollo del valore dei Bitcoin e delle quotazioni è legata alle nuove regolamentazioni imposte dal Giappone in materia di sicurezza: l’obiettivo è quello di evitare l’accesso al settore di nuovi clienti che non possono dare garanzie in termini di sicurezza. L’intervento, massiccio e stringente, ha riguardato le principali piattaforme di scambio di criptovaluta.
L’intervento, che peraltro ha coinvolto altre autorità nazionali di altri paesi in giro per il mondo, è motivato con i frequenti furti di criptovaluta che hanno condotto le autorità regolamentari ad imporre regole più stringenti.
Il secondo motivo è legato all’elevata concentrazione nel settore: gran parte del patrimonio in criptovaluta è detenuto da pochi soggetti determinando la crescita netta dei profili di rischio. Come se non bastasse, circa la metà del patrimonio di Bitcoin è nelle mani di investitori a breve termine, determinando di fatto un’ulteriore concentrazione del mercato.