Valentina Vergani, intervista a un’attivista
Entro a casa di Valentina che sono già le undici di una giornata piovosa di Febbraio. A Milano ci accompagna sempre la nebbia. Ci sediamo al tavolo della sala e iniziamo a rivivere tutte quelle sensazioni che l’hanno accompagna in questi cinque anni di attivismo!
L’intervista
Ciao, innanzitutto presentati: Chi sei?
Ciao sono Valentina ho 29 anni e vivo tra Occidente e Medio Oriente .
Ho iniziato a studiare sociologia a Milano bicocca.
Dove partecipai a un forum delle cooperazione internazionale in relazione alle Nazioni Unite ma la cosa che serviva di più era conoscere le lingue .
Così decisi di prenotare il volo per Londra e il progetto sarebbe stato :
8mesi a Londra, 8mesi in Francia , 8 mesi in Spagna, e nel mentre continuare a dare esami in Italia.
E cosa è successo?
A Londra durante il primo mese ebbi l’occasione e la possibilità di partire per la Palestina e conoscere tutta la situazione in Palestina.
Una volta tornata cosa hai deciso di fare?
Ho deciso di abbandonare gli studi di Milano e iscrivermi all’università di Londra : politiche internazionali .
Durante la carriera universitaria ho avuto altre esperienze sul campo , come volontaria sui confini turco-Siriani.
Nel secondo e terzo anno sono stata eletta delegata dell’Unione Nazionali degli studenti nel Regno Unito permettendomi così di partecipare anche alla conferenza Nazionale a Brighton.
Hai vissuto situazioni pericolose/critiche durante le tue esperienze sul campo in Medio Oriente ?
Sicuramente la situazione più traumatica è stata davanti ai bombardamenti sul confine siriano.
L’occidente non ha idea di come ci si senta a respirare gas lacrimogeno, polvere e vivere un conflitto armato.
L’occidente ha una cosa che sottovaluta : la libertà !
È molto pericoloso, cosa ti ha spinto ha seguire questa strada ?
La verità !
Tant’è che il mio istinto decise che doveva sapere la verità anche sull’islam .
Decisi di intervistare l’Imam di Betlemme durante la mia permanenza in Palestina.
Perché la verità sull’Islam?
Perché essendo cresciuta in una famiglia cristiana e ascoltando i media occidentali, volevo dimostrare che il nemico non è l’Islam e nemmeno il musulmano.
Così ho indossato l’hijab (velo musulmano) e mi sono presentata davanti all’Imam.
Creando un’intervista del tutto improvvisata .
Io e le mie gambe!
E indovina un po’? Il mio istinto aveva ragione!
Dato che non credo nelle religioni ma le rispetto, ho chiesto se potessi togliere il velo e mi ha risposto “È LA TUA LIBERTÀ”.
E non hai avuto paura ?
Non potendo immaginare la sua reazione ero agitata. Ma ho capito che il RISPETTO è alla base di tutto.
Quindi entrare nelle nazioni unite è ancora il tuo sogno come cinque anni fa?
Cinque anni fa non avevo la consapevolezza di quello che avrei fatto ora invece , mi guardo indietro e vedo il mio percorso.
Ora so chi sono e cosa voglio fare.
Non è importante come ma lottare per la verità sempre.
Entrare alle Nazioni Unite sarebbe l’occasione per portare all’interno di un sistema internazionale la verità e la giustizia per tutti i diritti umani.
Oggi di cosa ti occupi ?
Inizierò a lavorare come dialogatrice in House per Sos vilaggi dei bambini Onlus Italia.
Dove possiamo seguirti?
Ho creato la poco la mia pagine Facebook ufficiale.
Allora ti auguro di poter realizzarti e continuare così perché non è da tutti intraprendere determinati percorsi.
Chi vivrà vedrà!
Ci salutiamo con un sorriso e un abbraccio.