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Usa-Corea del Nord, Trump su Twitter: “Coreani cercano guai”

Nuove preoccupazioni tra Usa e Corea. Per discutere le questioni legate alla Corea del Nord (ma anche quelle riguardanti la Siria), il presidente Cinese Xi Jinping ha chiamato il presidente statunitense Trump. La notizia giunge dalla stessa tv pechinese, la Cctv. Secondo quanto riportato dal canale di Pechino, Xi avrebbe sottolineato la “necessità di una soluzione attraverso mezzi pacifici”. Trump tuttavia è pronto ad agire in qual caso continuassero i test nucleari del Nord Corea. In allarme anche la Corea del Sud.

LA CINA CHIEDE UNA SOLUZIONE PACIFICA

In base alla notizia riportata dalla Tv di Pechino, Xi ha comunicato telefonicamente con Donald Trump spiegando come il prossimo obiettivo sia la stessa Corea “denuclearizzata”, al fine di raggiungere “la pace e la stabilità”. Attraverso la breve conversazione col presidente degli Stati Uniti, il rappresentate cinese ha evidenziato l’importanza, nonché la necessità, di maggiori comunicazioni tra i due grandi continenti soprattutto su quelle che sono le grandi questioni mondiali. In aggiunta, il presidente cinese, ha spiegato come raccomandi uguale forza di volontà affinché la visita di Trump nel continente cinese, possa essere “produttiva”.

TRUMP: “LA COREA CERCA GUAI”

Tramite il suo profilo Twitter, Donald Trump ha scritto: “La Corea del Nord è in cerca di guai”, come replica alle minacce di Kim Jong-un, il capo di stato della Corea del Nord. Il presidente, sempre nello stesso tweet, ha continuato: “Se la Cina decide di aiutare è ottimo. In caso contrario risolveremo il problema senza di loro. U.S.A.”, facendo dunque un riferimento alla titubanza del continente cinese che non mette alcuna pressione al leader del Nord Corea.

Kim Jong-un, infatti, aveva proprio parlato di “guerra”, in seguito alla decisione degli Usa di posizionare la portaerei Carl Vinson, affiancata ora anche da un cacciatorpediniere e da una nave munita di lanciamissili nei pressi della Corea. La Corea ha tuttavia giudicato il posizionamento della portaerei “una mossa irresponsabile al fine di invasione”, come detto dal ministero degli Esteri di Pyongyang. Il rappresentante del dicastero ha anche aggiunto: “Riterremo gli Stati Uniti del tutto responsabili per le catastrofiche conseguenze da prevedere a causa delle loro azioni oltraggiose”.

ALLARME ANCHE IN COREA DEL SUD

Di certo, le tensioni tra le due potenze hanno fatto risvegliare anche la Corea del Sud, al momento con un vuoto di potere presidenziale ma in attesa delle nuove elezioni di maggio. Se uno dei candidati dell’opposizione, Moon Jae-in, ha spiegato con determinazione: “Non permetteremo che nessuna forza straniera porti la guerra nella penisola coreana”, il portavoce del ministro degli Esteri di Seul ha dichiarato: “Gli Stati Uniti ci hanno assicurato che non ci saranno attacchi senza il nostro consenso”.

A ribadire tali dichiarazioni è stato Sean Spicer, il portavoce della Casa Bianca: “Il presidente ha indicato senza ombra di dubbio che non tollererà questo comportamento”, in riferimento soprattutto ai test nucleari effettuati e a quelli futuri. “Come ha dimostrato anche in Siria, il presidente Trump non intende comunicare a nessuno le sue intenzioni. La Casa Bianca ha poi fatto un parallelo tra l’attacco alla base aerea in Siria e la possibilità di un attacco in Corea del Nord: nel primo caso è stato l’uso di armi chimiche da parte del dittatore siriano Assad a far agire Trump, nel secondo caso sarà un ulteriore test nucleare da parte della dittatura di Pyongyang”.

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