Unione Europea, il Consiglio sul Riscaldamento Globale
I ministri degli Stati membri sono riuniti a Tallinn, in Estonia, per una riunione informale del Consiglio sull’ambiente dell’Unione Europea, organizzata dalla presidenza estone del Consiglio dell’UE. Il primo giorno della riunione, avvenuta ieri, si è concentrato sulla ecoinnovazione. Oggi, venerdì 14 luglio, i ministri e il commissario Arias Cañete discuteranno in primo luogo le aspettative, le opportunità e le sfide potenziali connesse con il conseguimento della visione e degli obiettivi dell’accordo di Parigi, assieme a rappresentanti del mondo della società civile, degli affari e dei paesi in via di sviluppo. A seguito del dibattito, i capi delle delegazioni dei 28 Stati membri e dei rappresentanti della Commissione terranno un tavolo di lavoro sull’azione europea e sul clima globale per garantire all’UE la sua competitività e il ruolo di leadership internazionale.
Da una simulazione, fatta in collaborazione con la World Meteorological Organization, l’agenzia meteorologica delle Nazioni Unite, risulterebbe che le temperature siano destinate a salire di 7 gradi entro il 2100. Questo non significa che la razza umana, se ciò si dovesse verificare, assisterebbe all’evento, poiché già superati i tre gradi, l’incremento sarebbe sempre più rapido e inarrestabile con conseguenti catastrofi naturali di entità inimmaginabili.
Riscaldamento globale: il caso iceberg in Antartide
Solo ieri un gigantesco iceberg di 6.000 chilometri quadrati si è staccato dall’Antartide da un blocco di 46.000 e ha iniziato il suo viaggio in acque aperte. Si stima che siano necessari 5 anni prima che questo si sia completamente scongelato. Nel frattempo quest’isola vagante, oltre a rappresentare un pericolo per i naviganti con il suo progressivo scioglimento andrà a mescolare la sua acqua dolce con l’acqua salata, contribuendo ad innalzare ulteriormente il livello del mare in Antartide dove la crosta di ghiaccio si va rapidamente assottigliando.
Riscaldamento globale: lo sbiancamento della barriera corallina
La situazione non è migliore in Groenlandia: secondo uno studio condotto dall‘American Geophysical Union la fusione dei ghiacci versa circa 270 miliardi di tonnellate di acqua all’anno contribuendo all’innalzamento del livello del mare. Da studi effettuati in Australia risulta che, a causa del cambiamento climatico, il 93% della Grande Barriera Corallina è stata colpita dal fenomeno dello sbiancamento dei coralli, detto “Bleaching”, che porta alla loro morte e sbriciolamento. Se non ci sarà un drastico cambio di rotta nel comportamento di tutte le potenze mondiali, assisteremo a potenti eventi sismici sempre più frequenti, siccità, uragani, cambiamento delle stagioni e delle fioriture, estinzione di varie specie animali, mancanza di acqua in varie parti del mondo, tutto in una spirale sempre più veloce che si chiuderà inevitabilmente con un bel reset della vita sulla terra.
Speriamo che quest’ultimo G20 sia stato utile, in particolare per un Trump che ha sempre negato l’esistenza del problema, preannunciando un mese fa il ritiro degli USA dal programma sul clima di Parigi, ma che ieri dopo l’incontro con il presidente francese Emmanuel Macron, ha acceso una speranza dicendo: “Sull’accordo di Parigi sul clima qualcosa potrebbe accadere; l’amicizia tra i nostri due paesi è indistruttibile”.