Tomba Nefertiti News: al via le ricerche
Il governo egiziano ha firmato l’autorizzazione richiesta dai ricercatori di archeofisica del Politecnico di Torino di poter effettuare le ricerche all’interno della tomba di Tutankhamon, dove, secondo alcuni studiosi, al suo interno in una cavità segreta, sarebbe conservato il sepolcro della regina Nefertiti a Luxor nella Valle dei Re.
Stando a una prima fase di ricerca eseguita lo scorso novembre dall’equipe del Politecnico condotta da Franco Porcelli vi erano state intercettate camere o ambienti del tutto anomali abbastanza attigue alla KV62 – nome in codice della tomba di Tutankhamon; una più grande a sinistra , e l’altra un po’ più ampia sulla parte destra del sepolcro. A questo, fecero seguito altre tecniche non invasive più sofisticate incentrate sulle mappature tri- dimensionali di resistività elettrica del sottosuolo che hanno confermato la presenza di altre due cavità molto vicine alla tomba del faraone bambino. Pertanto, se tutto ciò non fosse confermato rimarrebbe comunque una interessante e utile esperienza delle strumentazioni geofisiche applicate all’archeologia.
Tutta questa indagine è stata resa possibile attraverso l’ausilio del georadar, mezzo estremamente avanzato con il quale è possibile analizzare le riflessioni delle onde elettromagnetiche trasmesse nel terreno. Nel 2015 colui che avanzò l’ipotesi delle camere mortuarie adiacenti alla tomba di Tutankhamon, fu l’archeologo inglese Nicholas Reeves, poiché egli sostenne che essendo arrivata all’improvviso la morte del re bambino, non ci fu il tempo di realizzare una tomba di grandi dimensioni, e quindi i notabili egiziani furono costretti a trovargli un posto presso un monumento funerario già esistente, ovvero, nell’anticamera di un’altra tomba.
Le rivelazioni del georadar
Mentre la tomba di Tutankhamon è stata più volte scoperta, violata e saccheggiata, della tomba di Nefertiti, la bellissima sposa di Akhenaton, non si è mai trovato nulla. Tuttavia, da domani 2 febbraio fino al 6 si effettueranno le rilevazioni non invasive con l’ausilio del georadar che fornirà una risposta attendibile riguardo la presenza di cavità occultate vicino la tomba di Tutankhamon. La ricerca è finanziata dalla Fondazione Novara Sviluppo, Geostudi Astier e National Geographic. Inoltre, la formazione scientifica fa capo a uno staff di professionisti d’eccellenza facenti parte a due dipartimenti del Politecnico di Torino, di Scienza Applicata e Tecnologia e Ingegneria dell’Ambiente e del Territorio; il dipartimento Scienze della Terra dell’Università di Torino, la 3DGeoimaging di Torino e la Geostudi Astier di Livorno, ed infine Centro Archeologico Italiano al Cairo.