The Martian: al cinema il nuovo film di Ridley Scott
È uscito nelle sale The Martian, il quarto film fantascientifico firmato dal regista Ridley Scott dopo Alien, Blade Runner e Prometheus; la nuova pellicola che vede come protagonista l’attore Matt Damon colpisce ancora grazie alla sua nota ossessione per le immagini e per la sua versatilità, da sempre riversata in film che hanno sbancato i botteghini diventando dei veri e propri Cult con la C maiuscola.
Il film, tratto dal libro L’uomo su Marte di Andy Weir, tratta la storia dell’astronauta Mark Watney, interpretato da Damon, membro della squadra Ares 3 in missione su Marte che si ritrova solo sul pianeta rosso dopo una violenta tempesta di sabbia che ha costretto la sua squadra ad abbandonare il campo base e a tornare in orbita. Watney però non riesce a raggiungerli e viene dato per morto dalla NASA, grazie al suo ingegno l’astronauta riuscirà a sopravvivere grazie a delle patate ritrovate tra i rifornimenti che coltiverà nel suolo marziano usando le sue feci come fertilizzanti, in modo da sopravvivere e di permettere ai suoi compagni di preparare la missione di salvataggio.
Il regista britannico ha realizzato il film con la consulenza del direttore della Planetary Science Division della NASA James L. Green in modo da rendere la trama molto realistica e accurata, anche se c’è da precisare che già Weir durante la stesura del libro realizzò molte ricerche accurate; c’è però da precisare che il film presenta delle piccole inesattezze: su Marte le tempeste di sabbia possono raggiungere i 190 Km/h, ma è stato determinato che la pressione atmosferica è troppo bassa per far sì che il vento possa causare danni significativi, come avviene invece nel film, inoltre nonostante la gravità marziana sia il 40% di quella terrestre, Scott ha deciso di non mostrare tale differenza, affermando che le tute spaziali avrebbero appesantito i personaggi abbastanza da non evidenziare la minore gravità.
The Martian ha già raccolto pareri molto favorevoli, sia da parte della critica che da parte del pubblico, per il suo realismo e per la sua (quasi) assenza di elementi fantastici in favore di quelli scientifici, insomma meno fanta(stico) e più scientifico.
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