Test bomba H in Corea del Nord: la risposta internazionale a Kim Jong-un
Test Bomba H. Pyongyang è ormai fuori controllo: come un piccolo lord alle prese con un’invisibile battaglia sul campo, Kim Jong-un muove i fili bellici dei suoi “soldatini di piombo”. Sfida il mondo e fa esplodere ieri una bomba all’idrogeno. Così, in un clima di indignazione internazionale, la Comunità risponde con una mobilitazione a 360 gradi. Washington si muove su più fronti e tutti trattengono il fiato in vista del 9 settembre, giorno in cui cade l’anniversario della fondazione della Repubblica popolare democratica.
Cosa è accaduto ieri
Mezzogiorno di una domenica “qualunque”; prima dell’alba in Italia, esattamente le 5;00. La terra trema a ridosso della Penisola coreana, ma non solo…trema anche la Cina. Un ordigno atomico, esattamente una bomba all’idrogeno viene testata, come confermerà poi con un certo orgoglio lo stesso regime nordcoreano. Una “bomba” a fusione nucleare, potentissima che, col sorriso di un bambino alle prese col nuovo giocattolo Kim Jong-un si divertiva a maneggiare a Pyongyang solo qualche ora prima, rendendo pubbliche le foto del momento. Il suo “test” provoca così una scossa di magnitudo 6,3 a dieci km di profondità dalla superficie terrestre; ben oltre 9 volte superiore a quello generato dal quinto test.
E non ci possono esser dubbi sulle ragioni della scossa tellurica: viene fugato ogni sospetto con un comunicato giunto qualche ora dopo: “Abbiamo effettuato (con successo) il sesto test nucleare“. In realtà è il primo test bomba H dell’era Trump, un’era dove la guerra fredda parte dai social e si battibecca, come a scuola a suon di “messaggi fra i banchi”… su Twitter. Il potenziale di questo test lascia interdetti: siamo a 100 chilotoni. Per capacitarsi dell’impatto basterà sapere che sia circa 5 volte più forte della bomba sganciata nell’agosto ’45 dagli Usa sulla città nipponica di Nagasaki, sebbene le intelligence mondiali siano ancora a lavoro per monitorare le immagini dei satelliti e avere ulteriori riscontri sulla reale natura del test.
Test bomba H: le reazioni della Comunità Internazionale
E’ risposta immediata, energica e sentita da parte della Comunità Internazionale: l’Onu ha indetto per oggi un Consiglio di Sicurezza previsto per le 16:00, richiesto a gran voce da Stati Uniti, Corea del Sud, Gran Bretagna, Giappone e Francia. La Cina fa volare i propri caccia lungo il confine nord-coreano; e la Corea del Sud, il paese di fatto più minacciato da Kim, sotto indicazioni del Presidente Moon Jae-in ha simulato stamane, alle prime luci dell’alba, un attacco ad una possibile base nucleare di Kim; dispiegate ed impiegate armi vere d’ogni sorta. Come ci si poteva aspettare, borse asiatiche in calo. E dall’America la risposta più ampia: Donald Trump, dopo consultazioni con i leader di Giappone e Corea, prepara un’offensiva coordinata su vasta scala, per dare una lezione allo Stato canaglia, come lo definisce su Twitter in più cinguettii, con cui il dialogo non funziona.
..North Korea is a rogue nation which has become a great threat and embarrassment to China, which is trying to help but with little success.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) September 3, 2017
South Korea is finding, as I have told them, that their talk of appeasement with North Korea will not work, they only understand one thing!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) September 3, 2017
Convocato d’urgenza il Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, il Presidente degli Stati Uniti ha incontrato gli stati maggiori militari. La volontà era quella d’apprendere tutte le opzioni militari possibili. Jim Mattis, capo del Pentagono ha assicurato d’averne molte e che ci sarà una massiccia risposta militare a qualsiasi minaccia agli Stati Uniti, inclusa Guam. Steven Mnuchin, Segretario del Tesoro, intanto annuncia d’aver approntato la bozza per un pacchetto di nuove sanzioni più dure contro il regime, sottolineando come ormai sia chiaro che il comportamento di Pyongyang sia completamente inaccettabile.
E ancora da Twitter, Trump avverte “Gli Stati Uniti stanno considerando anche la possibilità di mettere fine ai rapporti commerciali con qualsiasi Paese che fa affari con la Corea del Nord”. Un chiaro, secco e serio riferimento a Cina e Russia, il cui interscambio commerciale con la Corea del Nord è aumentato negli ultimi tempi. Il segretario di Stato, Rex Tillerson, permane in costante contatto con Seul e Tokyo per possibili azioni coordinate e, proprio con i sudcoreani, artefici della simulazione di stamane, Trump avrebbe discusso anche le eventuali azioni militari.
Intanto anche la Russia, sebbene intenda mantenere la propria idea dell’utilizzo della diplomazia e di un dialogo aperto con un più che mai “sordo” Kim Jong-un, fa sapere d’esser pronta ad azioni e sanzioni suppletive. Ovviamente, la NATO teme un inasprirsi della situazione, con effetti destabilizzanti e l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomiaca dell’ONU (Iaea) chiede, nel suo comunicato ufficiale di ieri, che con forza vengano applicate tutte le risoluzioni possibili.
Cosa ne pensiamo
Come si può evincere dagli eventi delle ultime 24 ore, la mobilitazione internazionale a seguito del test è stata di massa. Kim Jong-un gioca da “outsider“, solo in questa partita a scacchi contro le altre forze mondiali ma, ben consapevole d’aver ribaltato totalmente l’accezione che fin ora si è affiancata a questo termine. Infatti Kim non è fuori dalla “rosa dei vincitori”, ma anzi se ne sente il vertice indiscusso e mira a provocare deliberatamente gli Stati Uniti per impedire sul nascere ogni tentativo di raid o azione militare, contro il suo “Stato” e la sua figura. Un po’ come far la voce grossa, per vedere chi grida più forte.
Ma come cita un antico detto ” fra il dire e il fare, c’è di mezzo il mare”. Un mare immenso. Due potenze agli antipodi, agli angoli del mondo battibeccano fra loro sfoderando le armi peggiori, calpestando la memoria delle vittime dei due grandi conflitti mondiali. Dimenticando che, fra i loro “reami” vi sia una moltitudine di popoli, terre e identità che rischiano d’esser travolte da una insulsa, quanto inutile attestazione di forza. E ovviamente tutti ora hanno paura.
Il test della bomba H di ieri si aggiunge ai già 18 lanci balistici condotti solo nel 2017 da Kim. E sono ben 80 da quando è presidente. Si guarda con una certa apprensione, ora al 9 settembre, anniversario della fondazione della Repubblica popolare democratica. Tutti allora col fiato sospeso,essendo anche a ridosso della 72ª Assemblea generale dell’Onu. Che sia la tentazione di troppo, dopo il battibeccare con il Tycoon Trump per il giovane, visionario leader nordcoreano? Ammettetelo: anche a voi Kim Jong-un sta ricordando qualcuno.