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Terrorismo Napoli: arrestato un richiedente asilo del Gambia

Il buon giorno si vede dal mattino, e per un immigrato originario del Gambia quello di oggi non è iniziato nel migliore dei modi. Siamo in provincia di Napoli, in uno dei tanti centri di accoglienza che costellano la zona. Gli agenti della digos ed i Ros dei carabinieri hanno fatto irruzione nella stanza dell’uomo e lo hanno arrestato. L’accusa è piuttosto grave: terrorismo di matrice islamica. Secondo ciò che emerge dalle indagini effettuate, il giovane stava da tempo preparandosi a compiere un attentato. Purtoppo le perquisizioni di questa mattina sembrano avvalorare i sospetti, in quanto gli investigatori hanno rinvenuto materiale qualificato come “di grande interesse”. E’ adesso quindi corsa alla verifica delle conoscenze e dei contatti che l’uomo può aver intessuto nel territorio italiano a fronte dei mesi ivi trascorsi.

Potrebbe trattarsi di un lupo solitario di recente radicalizzazione. Uno dei tanti disadattati che covano rabbia e malessere, naturalmente predisposti a recepire la propaganda estremista che gira in rete. Oppure potrebbe trattarsi di qualcos’altro. Ciò che è certo è che la cronaca è stata frequentemente interessata da casi simili, che hanno poi prodotto espulsioni. La prima operazione anti terrorismo del 2018 era stata compiuta a Trapani il 5 gennaio, ed aveva portato all’espulsione di un marocchino di 42 anni. Era un semplice venditore ambulante, di quelli che siamo abituati a vedere agitare la propria bancarella nelle piazze e nelle strade delle nostre città. Aveva tuttavia diversi precedenti penali e manifestava l’intenzione di compiere “atti eclatanti”, come mettersi alla guida di un mezzo ed investire persone nei pressi di bar.

Ma non c’è neanche bisogno di andare troppo indietro nel tempo. Era notizia del 19 aprile scorso l’espulsione di un altro marocchino, questa volta gravitante nel mantovano. Aveva attirato l’attenzione del Servizio di Contrasto all’Estremismo e al Terrosismo Esterno per certi suoi contatti coltivati sul web. Uno di questi era registrato nella lista dei foreign fighters ed era partito dall’Italia nel 2015 per unirsi ai compagni nel teatro di guerra siro-iracheno.

Le segnalazioni di possibili attentati arrivano piuttosto frequentemente nell’ultimo perdiodo e vengono esaminate attentamente dal CASA, il Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo.
Attualmente il livello di allerta in Italia è di tipo 2, il massimo. Il livello 3 scatta in caso di attentato in corso. Come sottolineato nell’ultima relazione dell’intelligence a riguardo, “la minaccia è di prima grandezza per via della capacità di innescare processi di radicalizzazione nei paesi ‘bersaglio’ e di incoraggiare all’azione autonoma con ogni mezzo disponibile”.

Con l’arresto di oggi il numero di espulsioni e rimpatri compiuti dall’inizio del 2018 potrebbe salire a 33. Quelli avvenuti invece dal 2015 sono 238. Dettagli e approfondimenti sull’operazione di questa mattina, sui quali al momento vige il massimo riserbo, saranno resi noti nelle prossime ore dal procuratore capo Giovanni Melillo nel corso di una conferenza stampa. Vi prenderanno parte il comandante del Ros, generale Pasquale Angelosanto, e il capo della polizia, Franco Gabrielli.

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