Attualità

Susan Sarandon arrestata durante protesta contro Trump

L’attrice Susan Sarandon è stata arrestata a Washington durante una protesta contro le politiche sull’immigrazione della «tolleranza zero» di Donald Trump. Era tra i circa 600 manifestanti, per la maggioranza donne e attivisti aderenti ai movimenti Women’s March e Center for Popular Democracy, che ieri a Washington hanno fatto irruzione in un edificio del Senato, presso il Dipartimento di Giustizia per protestare contro la decisione di separare circa 2mila bambini dai propri genitori dopo aver attraversato la frontiera a sud degli Stati Uniti. Durante il sit-in lei e gli altri manifestanti hanno chiesto la chiusura dei centri di detenzione per i migranti, al confine col Messico. Lì, infatti, sono stati rinchiusi gli oltre 2 mila e 200 bambini, figli di migranti, che negli ultimi mesi sono stati separati dai genitori.

“Sono stata arrestata. Resto forte. Continuo a lottare”, ha scritto su Twitter l’attrice, 71 anni, molto nota per il suo attivismo, tratta brevemente in arresto insieme a circa 575 persone per il reato di manifestazione illegale, punibile con un’ammenda, come segnalato a ognuno prima del rilascio.

Prima che l’indignazione degli americani (e del resto del mondo) facesse in modo che Trump firmasse un ordine esecutivo che ha interrotto la (brutale) pratica di separare le famiglie.

I cartelli agitati dai dimostranti, prima dell’intervento delle forze dell’ordine, riportavano frasi come: «Cosa vogliamo? Famiglie libere», «Allontanare i bambini dai genitori è inumano», «A noi interessa», con riferimento alla controversa giacca (I don’t care») indossata da Melania Trump durante la prima visita ai bambini nei centri di detenzione.

Non è la prima volta che il premio Oscar Susan Sarandon mostra la sua «ostilità» nei confronti di Trumpe anche subito dopo la sua elezione, aveva dimostrato con forza il suo disappunto. All’epoca, però, l’attrice aveva ricevuto qualche critica, con l’accusa di aver contribuito a «disperdere i voti». Lei, infatti, aveva appoggiato la candidatura del leader del Partito dei Verdi, Jill Stein, dopo aver dichiarato al Guardian che Hillary Clinton fosse «pericolosa» e che «se fosse stata Presidente, staremmo ancora permettendo il fracking (una procedura molto discussa per estrarre petrolio) e staremmo ancora facendo una guerra. Guardate cosa è successo (di brutto) con Obama e di cui non ci siamo mai accorti».

Dopo le proteste interne e internazionali, Trump ha fatto un piccolo passo indietro, ma la situazione, soprattutto per i minori, rimane ancora critica.

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