Stupro Firenze news. Si è svolto ieri, nell’aula bunker fiorentina l’incidente probatorio relativo al caso di stupro ai danni delle due americane, di 19 e 20 anni avvenuto nella notte tra mercoledì 6 e giovedì 7 settembre. Per lo stesso i carabinieri imputati sono:il carabiniere scelto Pietro Costa, 32 anni, e l’appuntato 47enne Marco Camuffo. All’interno dell’aula si è ribadita ancora una volta la linea della Difesa, secondo cui i rapporti sessuali, al tempo, furono consenzienti. In dettaglio l’avvocato Carta ha così asserito “Tutt’al più sono stati fessi a metterle nella macchina di servizio per accompagnarle a casa“. Le affermazioni sono proseguite sempre con Carta; lo stesso ha dichiarato che il suo assistito sia “sconvolto” e che verrà fatto “il possibile per accertare la verità“.
Stupro Firenze news: i dettagli dell’incidente probatorio
L’interrogatorio si è così svolto in modalità protetta. Il giudice per le indagini preliminari Profeta ha interrogato le ragazze in una stanza separata; il tutto alla presenza dell’interprete e senza nessun altro a parte loro a presiedere allo stesso. Tutti gli altri, invece erano presenti nell’aula bunker, tra i quali i due carabinieri imputati, i loro difensori e il pm, i quali che hanno assistito all’interrogatorio attraverso un sistema audio-video.
Il legale incaricato per la Difesa dei due imputati ha così aggiunto alle precedenti affermazioni, concludendo”Un terzo delle 260 domande che ho proposto al gip non sono state fatte, ma siamo comunque soddisfatti, questa è solo una fase del processo“.
L’interrogatorio dal punto di vista delle vittime
Non sono naturalmente mancate dichiarazioni anche da parte dei legali delle due ragazze americane, presunte vittime dello stupro, i quali hanno riferito alcuni dettagli. Primo fra tutti che vi siano stati “momenti drammatici e di sofferenza” durante le due deposizioni. Inoltre, l’avvocato Francesca D’Alessandro ha riferito che la sua assistita abbia esordito in pianto “quando le è stato chiesto di ricordare il momento dello stupro. Ne ha parlato con molta sofferenza, è stato un pianto liberatorio, il superamento di uno scoglio. Ora può affrontare meglio il suo percorso di riabilitazione“.
Cosa ne pensiamo noi
Qualora il Tempo e la Giustizia, facendo il proprio corso, permettessero di accertare le eventuali responsabilità dei due Carabinieri verrebbe a crearsi comunque una macchia indelebile per un corpo antico e di valore come l’Arma. E, quant’anche fosse evidenziabile con le eventuali prove a carico dei due imputati che il rapporto fu consenziente questo non può cancellare l’onta sugli stessi e sui propri legali. Entrambi “colpevoli” di dichiarazioni davvero fuori luogo come quella sopracitata. Qualunque uomo, donna o bambino deve poter infatti contare sulle proprie forze dell’Ordine, deve potersi sentire sempre e comunque al sicuro.