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Stop ONU all’offensiva in Siria per mettere in salvo i civili

Le Nazioni Unite hanno chiesto oggi una pausa umanitaria per i combattimenti nella città di Raqqa, in Siria, per permettere a circa 20.000 civili di lasciare le zone del conflitto. L’ONU ha inoltre chiesto alla coalizione guidata dagli Stati Uniti di ridurre le operazioni militari, che stanno causando morti fra la popolazione civile.

Amnesty International ha infatti confermato stamattina che una campagna guidata dagli Stati Uniti per espellere dal paese lo Stato Islamico ha causato la morte di centinaia di civili. La situazione più drammatica si registra a Raqqa, la città più colpita, che risente in maniera diretta delle conseguenze della guerra. Coloro che ancora si trovano nella cittadina, infatti, corrono sempre più pericolo man mano che le fasi finali dello scontro si avvicinano. “Le imbarcazioni sull’Eufrate non devono essere attaccate” ha dichiarato Jan Egeland, responsabile umanitario per il conflitto in Siria, ai giornalisti riuniti a Ginevra.

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È arrivato il momento di pensare alle possibilità che abbiamo di fermare il conflitto, che siano pause nei combattimenti o altri mezzi per facilitare l’allontanamento dei civili, tenuto conto che i combattenti dello Stato Islamico stanno facendo ogni sforzo per tenere la popolazione all’interno della città” ha dichiarato Egeland. L’ONU sta ancora valutando le conseguenze degli incontri che si sono tenuti questa settimana a Riad con i tre gruppi di opposizione siriana. Questi gruppi non agiscono tutti insieme, ha però specificato Ramzy Ezzeldin Ramzy, inviato speciale dell’ONU in Siria.

I civili di Raqqa, città a nord della Siria, si trovano sotto il fuoco incrociato delle bombe a grappolo lanciate da Assad e delle incursioni dei combattenti del cosiddetto Stato Islamico. Da giugno, quando è iniziata l’offensiva per riprendere il controllo della città dalle mani dell’ISIS, sono migliaia i civili che hanno perso la vita, secondo i dati di Amnesty International. A combattersi sul suolo siriano sono i membri dell’esercito regolare di Damasco, appoggiate dalla Russia, e la coalizione guidata dagli USA che combatte a fianco delle forze democratiche siriane.

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