Silvia Mezzanotte e il Summer Tour 2017: l’Intervista
Dopo il lancio del singolo “Lasciarmi andare”, avvenuto lo scorso maggio, Silvia Mezzanotte è nel pieno della sua tournée estiva, nella quale si propone con tutto il suo bagaglio artistico. Una carriera e un repertorio che non hanno bisogno di molte presentazioni, dai suoi viaggi da solista alla decennale militanza nei Matia Bazar, passando per l’omaggio alle grandi voci femminili della canzone italiana e internazionale.
Questi sono soltanto alcuni degli ingredienti che caratterizzano il suo ‘Summer Tour’, due ore di emozioni pop-rock in giro per le piazze del nostro Paese, oltre ad uno spettacolo più intimo e acustico costruito su misura per i festival e le prestigiose rassegne che la vedono protagonista. Tra gli appuntamenti in cartellone, ricordiamo il prossimo 23 luglio al #Parco Dora Live di Torino, per poi continuare il 30 luglio a Formignana (FE), il 13 agosto a Montesano sulla Marcellana (SA), il 14 agosto a Rotondella (MT), il 16 agosto a Villa Santo Stefano (FR), il 18 agosto a San Giovanni a Piro (SA), il 26 agosto a Chiaiamari (FR) e l’8 settembre a Castelmauro (CB). Altre date sono ancora in fase di organizzazione e verranno comunicate nelle prossime settimane sul sito della ColorSound.
Ciao Silvia, sei attualmente impegnata con il tuo “Summer tour” in giro per il Paese e sei reduce anche da alcune date estere realizzate in Canada. Come sta procedendo questo viaggio? “Con grande soddisfazione, sto ricevendo un ottimo consenso da parte del pubblico. Ogni spettacolo che faccio è sempre un modo per raccontarmi e per coinvolgere nel mio percorso la gente. Molti mi conosco per il mondo dei Matia Bazar o per la mia partecipazione a ‘Tale & quale show’, ecco, nel corso di questi concerti li porto con me in un viaggio nel quale racconto anche tutto il resto. Dalla difficoltà che ho avuto sin da bambina nel combattere la mia timidezza all’omaggio alle voci femminili che più mi rappresentano, passando sia per sonorità più intime ed eleganti che attraverso una dimensione pop-rock un po’ più grintosa, tirando fuori una dinamica di emozioni vocali a 360 gradi”.
Ti stai proponendo al pubblico con due spettacoli dalle atmosfere differenti, di cosa si tratta esattamente? “Uno è un vero e proprio tour estivo in giro per le piazze italiane, l’altro rappresenta una dimensione più raccolta, più intima e più acustica. Ho fatto una selezione sia sui contenuti che sui brani, ma in entrambi gli spettacoli viene fuori la mia storia. Naturalmente io sono sempre la stessa, ma vado a proporre due spettacoli diversi a seconda del pubblico, che nel caso di ‘Regine’ ha un approccio più teatrale, un silenzio e un’attenzione assoluta, cosa che nelle piazze non ci può essere, in questo caso le persone hanno bisogno di essere trascinate da emozioni e suoni forti”.
Da sempre ami definirti “orgogliosamente interprete”. Quali canzoni ti emozionano di più durante l’esecuzione? “Sono una che si emoziona spesso, forse troppo, ma ti farò tre titoli di canzoni che ho fortemente voluto portare con me in questo viaggio: l’Ave Maria’ di Gounod nella versione di Noa, con il testo scritto in italiano da me, ‘La sua figura’ di Giuni Russo, un momento quasi mistico in cui racconto la spiritualità di questa grande cantautrice che è riuscita ad esprimere questo suo lato intimo soltanto nel corso degli ultimi anni della sua carriera, e ‘Col tempo imparerò’ di Mia Martini, scritta da Antonello De Sanctis, pubblicata postuma e che parla di quel maturare e invecchiare che in realtà, purtroppo, non ha potuto condividere con noi che l’abbiamo tanto amata”.
Nella precedente chiacchierata mi hai raccontato come per coerenza, sia per quanto concerne il tuo repertorio di inediti che per la scelta delle cover, hai sempre cercato di parlare e in qualche modo rappresentare l’universo femminile. Possiamo affermare, dunque, che come filo conduttore c’è sempre in te la voglia di ricreare lo stesso tipo di linguaggio? “Assolutamente si, nel mio percorso ho sempre avuto un occhio particolare a questo tipo di linguaggio, che più che alla sottoscritta appartiene in linea di massima all’universo femminile. Io non ho mai avuto l’ambizione di scrivere, ciò che canto lo faccio mio senza alcuna paura di darne una visione diversa dall’originale, anzi lo trovo affascinante”.
Per concludere, come sei arrivata alla scelta e alla scrematura dei brani in scaletta? “Devo dire che non è stato facile scegliere, ma ho cercato di farlo con rispetto e criterio. Mi metto sempre nei panni di chi mi viene ad ascoltare e, per questa ragione, cerco di costruire uno spettacolo fruibile e che non produca momenti di noia. Tanto per cominciare, cerco di non mettere una dietro l’altra canzoni simili tra loro, piuttosto le alterno dal punto di vista della popolarità ma anche a seconda del ritmo, cercando di mantenere sempre viva l’attenzione del pubblico. Sono felice quando riscontro che i brani meno conosciuti ottengono i maggiori consensi da parte del pubblico. Questo mi gratifica perché mi sento portatrice di un messaggio più grande, che merita assolutamente di essere ascoltato con la giusta attenzione”.