Sgomberi Migranti a Roma: Raggi e Minniti cercano intesa
L’emergenza sgomberi non è ancora finita. I fatti della scorsa settimana hanno riportato al centro del dibattito pubblico un problema annoso che incrocia tutti gli strati sociali. I Movimenti per la casa l’hanno capito e premono sulla politica per ottenere soluzioni immediate.
Da giorni, infatti, un sit-in stanzia in Via dei Fori Imperiali giorno e notte. “Gli immigrati non sono terroristi”, “Diritto alla casa per tutti”, alcuni degli striscioni esposti sul passeggio di turisti e cittadini. Cresce anche la tensione per l’attesissimo vertice di oggi tra la sindaca Raggi ed il ministro Minniti al Viminale. Le parti starebbero studiando un piano per assegnare gli immobili sfitti di proprietà del comune; progetto ambiziosissimo che necessita di una grande intesa politica e soprattutto partitica.
La stessa che continua a mancare soprattutto in queste ore delicate: il botta e risposta tra M5S e PD pare non volersi fermare. “C’è un vuoto di iniziative e di idee, un costante scaricabarile” – parole del consigliere Giachetti, già candidato sindaco – “Non si amministra così una città complicata come Roma”
L’incognita dei Movimenti sulla Casa
Il Piano del Campidoglio sembra non piacere ai movimenti di cittadini. L’assoluta priorità di assegnazione a “persone a rischio” dividerebbe famiglie e le dislocherebbe in zone diverse della Capitale. Questa la denuncia delle associazioni che chiedono una migliore organizzazione degli assegnamenti.
Inoltre nel piano non è contemplata la risoluzione dell’emergenza migranti, in pratica non è escluso che altri sgomberi possano essere effettuati. Nonostante il Ministero dell’Interno abbia rinunciato ad azioni forti come quelle di Piazza Indipendenza, senza assegnazione definitiva (col benestare dei residenti) si manterrebbe lo status quo dell’abusività e dell’illegalità.
La partita, però, dipende più dall’intesa politica che i due maggiori partiti italiani riusciranno a trovare, perlomeno fino alle prossime elezioni, quando cambieranno (lo dicono i sondaggi) le carte in tavola. Intanto nuove ombre sorgono sulla violenta azione della scorsa settimana. Alcune inchieste prospettano interessi ben maggiori sugli sgomberi eseguiti per “ordine pubblico”. Il caso è tutt’altro che concluso.