Sextortion: 23 arresti in Marocco per estorsione
Il web è un’arma pericolosa quando ne viene fatto un uso distorto. Tra i fenomeni legati al web c’è anche il “Sextortion”, l’estorsione sessuale via Internet. E’ sempre più diffuso e ha già colpito tanti utenti del web.
CHE COS’E’ IL SEXTORTION?
Si comincia con conversazioni su video chat molto intime e alla fine giovani donne chiedono il pagamento di somme di denaro. A questo punto non c’è scelta. Le vittime sono obbligate a pagare perché in caso contrario parte la minaccia di pubblicazione dei filmati sui profili Facebook personali, di familiari o amici o su Youtube.
L’OPERAZIONE “STRIKEBACK”
L’operazione è stata avviata dopo che tutto ciò è accaduto ad alcuni cittadini italiani e che oggi ha portato all’arresto di 23 cittadini marocchini riuniti in un’autentica organizzazione che si occupa di questo tipo di ricatto via Internet. L’accusa è di estorsione a sfondo sessuale.
A partecipare alle indagini è stata la Polizia Postale il cui lavoro ha permesso di individuare i dati utilizzati dagli estorsori dai nickname agli indirizzi di pagamento della somma estorta. Il paese maggiormente coinvolto in questa forma di estorsione è stato scoperto essere il Marocco.
Tali iniziative partirebbero dalle bande criminali dell’Est Europa e dell’Africa. In questi paesi vengono arruolati ragazzi e ragazze di bella presenza che creano profili falsi, non solo sui siti per incontri ma anche su Facebook. La tecnica è sempre la stessa: dopo aver agganciato qualcuno in chat, si fingono “precocemente” innamorate con l’obiettivo di ottenere la fiducia. Da qui iniziano le opere di convincimento che spingeranno l’interlocutore a denudarsi.
A questo punto, la minaccia è servita. Ma con essa sopraggiunge anche la più amara consapevolezza: quella di aver sacrificato il proprio pudore davanti a una web-cam.