Saviano contro Salvini: “Ha perso la testa”
Come è successo tante volte soprattutto quando c’è di mezzo la questione degli immigrati o di non italiani si arriva allo scontro fra due personaggi opposti, ovvero Roberto Saviano e Matteo Salvini. E, anche questa volta, i Social Network sono l’arena entro la quale i due arrivano alle mani, anzi alle parole.
Questo pomeriggio, il politico, aveva espresso totale appoggio nei confronti dei tre lavoratori che sono stati denunciati per sequestro di persona pubblicando sul proprio profilo Facebook il video compreso di commento. Saviano, di tutta risposta, ha ripubblicato la clip con il proprio pensiero a riguardo della clip ma anche su Salvini e come al solito è scattato lo scontro.
Queste le parole del giornalista-scrittore napoletano: “Matteo Salvini qualche ora fa ha postato questo video con un commento che è istigazione a commettere reati gravissimi (per esempio sequestro di persona). Deve avergli fatto male, molto male, la palma bruciata a Milano dopo il post in cui invitava a usare una motosega. È evidente che Salvini ha perso la testa, e nel tentativo di intercettare il voto delle persone peggiori del nostro sventurato Paese, non esita ad incitare a realizzare reati gravissimi. Diffondere, senza stigmatizzare, un video in cui due folli sequestrano (e ridono mentre lo fanno) una donna solo perché non italiana è inaccettabile da chiunque, da un comune cittadino e da un parlamentare a maggior ragione. La Politica, tutta, isoli Salvini immediatamente perché chi si allea con lui ne condivide i deliri che come risultato possono avere solo la fine della democrazia. Tutto questo sembra una caricatura e invece è il volto più terrificante del tempo che ci è toccato vivere.
p.s. Non ho mai scritto una cosa del genere, ma provo pena e disprezzo per i 30mila utenti di Facebook che hanno mostrato apprezzamento per questo abominio. Condivido questo post di Salvini, pur provando ribrezzo, perché è l’unico modo per mostrare quello che ha scritto e avere prova di quanto in basso possa arrivare un politico, di quanto in basso possa arrivare un uomo.”