“Salvador Dalì. Yo soy un genio!”: un Reading teatrale a 30 anni dalla scomparsa.
Le molteplici facce di un genio nascondono due aspetti della stessa realtà di sfondo. Pazzo, paranoico, genio, esibizionista, artista, mercante, mistico, eccentrico …
Chi è Salvador Dalí? È la domanda che si sono posti tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e frequentarlo in vita e che ci si pone ancora oggi. Una domanda che nasce dalla stessa crisi d’identità che Dalì ha sofferto, usato e goduto, non sapendo chi fosse o cosa volesse essere. Probabilmente voleva essere un altro e allo stesso tempo essere se stesso! Mentre cercava di risolvere quel conflitto di identità divenne un giovane che non rispettava nulla, un anarchico congenito, creando e affermando una personalità che per esistere doveva essere famosa.
“Salvador Dalì. Yo soy un genio!”: lo spettacolo
Lunedì 25 marzo, presso la Biblioteca Centrale di Ateneo “E.R. Caianiello” dell’Università degli Studi di Salerno, la compagnia ‘Sobremesa’ ha presentato “Salvador Dalì. Yo soy un genio!”, reading teatrale omaggio al grande artista spagnolo a 30 anni dalla sua scomparsa,
L’abile regia di Andrea Avagliano e la sua convincente interpretazione insieme ai suoi compagni di scena, Enrico Santoro e Francesco Casaburi, ha regalato al pubblico presente, l’avventura intellettuale e artistica di Salvador Dalì.
Il compito era arduo, ma gli attori hanno con coraggio proposto, con uno stile, a volte inusuale, un un viaggio nella vita del celebre artista spagnolo attraverso i suoi diari e le sue lettere: dal racconto dei suoi anni giovanili a Figueras agli incontri a Parigi con Mirò e Freud, dall’ apprendistato all’ Accademia di Madrid alle esperienze cinematografiche con Bunuel, e poi il suo dandismo sfrenato, il cibo, il Parsifal, le lettere senza risposta con Picasso e quelle cariche di ammirazione per
Garcia Lorca, gli orrori della guerra, la Spagna, il grande amore della vita, Gala. Il tutto condito da un accompagnamento musicale eseguito in maniera impeccabile da Vito Palazzo che con la sua chitarra ha fatto da contrappunto alle parti recitate, regalando brani classici Villa Lobos, Torroba, Zequinha de Abreu, Tarrega, nonchè incursioni di standard jazz come Blue moon e All of me.
Allegria, dolore, sorrisi, speranze, amore e disillusioni, sono stati dosati ed alternati con abilità e maestria, con fantasia e professionalità. Alla fine ne è venuto fuori uno spettacolo che è riuscito tanto a divertire che a far riflettere sulla vita irrequieta del grande Salvador Dalì.
L’iniziativa rientrava nell’ambito delle attività culturali della Biblioteca Centrale di Ateneo dell’Università degli Studi di Salerno, che con questo evento ha inaugurato un nuovo percorso di promozione della lettura attraverso la rappresentazione scenica di contenuti bibliografici. La biblioteca si apre in modo alternativo alla comunità degli studenti e non solo, si configura come uno spazio sociale dinamico, basato sul confronto e la condivisione pubblica di contenuti culturali e sociali, una visione lontana dalla vecchia concezione di luogo di conservazione dedito soltanto allo studio e alla ricerca.
Infine, ancora due parole su i ‘Sobremesa‘: un gruppo artistico che ben coniuga l’incontro di diverse sensibilità ed esperienze, provenienti dal teatro di prosa e di inclusione sociale, dalla musica, dal filmmaking, dalla gestione e valorizzazione del patrimonio culturale. La visione del gruppo è la ri-combinazione dei diversi linguaggi artistici sia nella fase performativa che autoriale e la conseguente riproposizione in spazi teatrali non convenzionali, come ad esempio musei e biblioteche.