I sacchetti dell’ortofrutta si potranno portare da casa
In anni di governi scandalosamente tecnici in Italia é veramente accaduto di tutto: dall’insediamento Monti alla legge Fornero, fino alla salita al potere di Matteo Renzi e del suo tanto decantato Jobs Act, ennesima presa in giro ai danni del lavorato dipendente. L’italiano non perdona ma dimentica velocemente, troppo, quindi capita una mattina di svegliarsi e scoprire che il decreto legge sui sacchetti biodegradabili, che scatenò l’ira di una nazione intera, da oggi si può tranquillamente aggirare.
Su domanda dell’attuale governo, si è finalmente espresso il Consiglio di Stato – l’organo più importante della giustizia amministrativa italiana – precisando che i sacchetti biodegradabili potremmo portarli da casa, in alternativa andrà benissimo anche un altro tipo di sacchetto o confezione adatta al trasporto di frutta e verdura. Ma chi decide quale busta, sacchetto o confezione sarà adatta ad assolvere tale funzione? Il negoziante: “può vietare l’utilizzo di contenitori autonomamente reperiti dal consumatore solo se non conformi alla normativa di volta in volta applicabile per ciascuna tipologia di merce, o comunque in concreto non idonei a venire in contatto con gli alimenti”.
Ora la passa tra le mani del Ministero della Salute, il quale avrà il delicato compito di regolamentare quanto stabilito oggi dal Consiglio di Stato, mission complete.
Decreto Mezzogiorno
Fortemente voluto dal bomba, il decreto legge 2017 n.91, “Disposizioni urgenti per la crescita economica del mezzogiorno”, entra in vigore l’1 gennaio di quest’anno, generando un Tam Tam mediatico che ha visto prontamente scendere in campo il popolo più bellicoso dell’universo: GLI INDIGNATI.
Meme, articoli, catene su whatsapp, manifestazioni contro un decreto che obbligava i consumatori a pagare dagli 1 ai 5 centesimi in più sull’acquisto di frutta e verdura, con l’introduzione di nuovi sacchetti biodegradabili da usare al pari delle normali buste della spesa. Il tutto a beneficio dell’ambiente ma a spaventare i consumatori sono le sanzioni per chi non rispetta il diktat renziano: dai 2.500 ai 25 mila euro.
Da notare che le sanzioni per furto in abitazione o con strappo, vanno della reclusione da tre a sei anni e multa da 927 a 1.500 euro, tanto valeva rischiarla così.
Decreto in amicizia
A far letteralmente imbestialire l’opinione pubblica fu un’inchiesta de Il Giornale: a gestire l’80% della produzione dei sacchetti biodegradabili ci sarebbe Catia Bastioli, una manager renziana.
Nominata cavaliere del lavoro dal presidente Mattarella nel giugno 2017, Catia Bastioli é manager alla Novamont, l’unica azienda che si occupa di un mercato che, grazie al decreto legge, avrebbe potenzialmente un business da 400 milioni di euro l’anno. Il 15 novembre scorso Renzi ha fatto tappa con il treno del Pd proprio alla Novamont. Ha incontrato i dirigenti a porte chiuse e all’uscita ha detto ai giornalisti: «Dovremo fare ulteriori sforzi per valorizzare questa eccellenza italiana». Tutti sappiamo com’è andata a finire.
See you in hell, Bomba!