Riunione straordinaria dei Ministri degli Esteri di Francia, Germania, Regno Unito e Iran
Pochi giorni fa il Presidente americano Donald Trump ha dato l’annuncio del ritiro degli USA dall’accordo sul nucleare iraniano (o JCPOA, Joint Comprehensive Plan of Action) firmato nel 2015 a Vienna dai membri permanenti dell’ONU (USA, Cina, Russia, Francia e Regno Unito) più la Germania con la Repubblica dell’Iran. L’accordo prevede limitazioni al programma nucleare di Teheran con la riduzione delle riserve di uranio arricchito, controlli da parte dell’AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) e l’alleggerimento delle sanzioni nei confronti della Repubblica araba. Tre anni fa l’Alto Rappresentante per la Politica Estera UE, Federica Mogherini, lo definì un accordo importante per la pace e la sicurezza regionale e internazionale e lo stesso Obama tentò di dissuadere il resto dell’apparato amministrativo americano da una potenziale uscita futura dall’accordo. Non mancarono ovviamente i commenti del Primo Ministro Israeliano Benjamin Netanyahu che sin da allora riconobbe l’accordo come “errore di proporzioni storiche” e che a fine Aprile avrebbe fatto riferimento a una serie di documenti segreti sottratti a Teheran in cui c’erano prove del piano di riarmo nucleare iraniano. L’America di Trump, innegabile alleata di Israele, non ha contestato le accuse di Netanyahu e, confermando la propria uscita, ha minacciato i paesi che non sosterranno la decisone statunitense e che continueranno a fare affari con l’Iran di sanzioni economiche secondarie.
Tra i paesi bersaglio delle dure parole di Trump ci sono anche quelli dell’Unione Europea che, stando alle dichiarazioni dei loro leaders, non usciranno dall’accordo e che anzi hanno espresso una certa irritazione nei confronti della decisione del Presidente americano. In particolare, la Cancelliera Angela Merkel ha dichiarato a Munster che Trump starebbe mettendo in difficoltà l’ordine mondiale, probabilmente facendo riferimento anche alle dispute commerciali e al suo ritiro dall’Accordo di Parigi sul clima.
Gli altri paesi firmatari del JCPOA e l’Iran si stanno muovendo dunque per confermare la loro posizione nell’accordo e con questo proposito il Ministro degli Esteri Iraniano Javad Zarif ha fatto tappa negli ultimi giorni a Pechino e a Mosca per arrivare infine a Bruxelles, per l’incontro con i ministri degli esteri di Francia, Regno Unito e Germania. Si pensa che la discussione dei paesi dell’Unione sull’accordo continuerà fino a Giovedì, in occasione del summit dei capi di stato e di governo UE a Sofia.
I motivi per cui l’Unione Europea non uscirà dall’accordo sul nucleare sono piuttosto ovvi: l’UE ha nei confronti dell’Iran interessi commerciali e politici, i primi dati dalla presenza di investimenti e aziende europee in territorio iraniano e i secondi legati alla risoluzione dei problemi e degli squilibri in Medio Oriente. Non dimentichiamo che l’Italia stessa è molto attiva nel paese, nel settore petrolifero (ENI) e in quello della meccanica e delle infrastrutture (Ansaldo, Danieli, Maire Tecnimont).