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Ritiro Tim Duncan: Carriera e Numeri in NBA

A 40 anni suonati, Tim Duncan, ala forte e capitano dei San Antonio Spurs, si ritira. Ha vestito la maglia della franchigia texana ininterrottamente dal 1997, quando venne selezionato come prima scelta assoluta al Draft NBA. Lungo decisamente atipico, per la sua capacità di tiro dalla media e lunga distanza e per l’ottimo utilizzo dei fondamentali, Duncan si è rivelato una pedina fondamentale nel quintetto di San Antonio, associando alla grande vena offensiva (19 pt di media a partita in carriera) una discreta visione di gioco (come dimostrano i 3 assist di media in carriera, che non sono pochi per un giocatore di oltre 2 metri) e una tendenza al sacrificio in difesa senza eguali (11 rimbalzi di media e 1 palla recuperata a partita in carriera).

Da giovane era una promessa del nuoto, complice la passione trasmessagli dalle sorelle, entrambe nuotatrici professioniste. Nel 1989 era già stato selezionato nella squadra di nuoto degli Stati Uniti per partecipare alle Olimpiadi di Barcellona. Poi la morte della madre per cancro al seno, un tornado che distrugge la piscina in cui si allena, gli allenamenti nell’oceano a cui deve rinunciare per la paura degli squali. Il ragazzo si chiude in sè stesso, fino a che Cheryl, una delle sorelle, gli regala un canestro per farlo svagare.

Da lì nasce un amore per la palla a spicchi che Timoteo coltiva negli anni del Wake Forest College, dove studia psicologia. Le squadre NBA lo corteggiano già nel 94, ma Duncan declina: deve terminare gli studi. Nel frattempo trova il modo di essere eletto miglior difensore nei campionati NCAA 94/95 e 95/96. Nel 1997, a studi terminati, gli si aprono le porte della NBA. Alla prima stagione in maglia San Antonio, Duncan vince il premio come rookie dell’anno. Praticamente un predestinato. Con la franchigia texana vincerà 5 titoli NBA, venendo nominato due volte giocatore dell’anno tre MVP delle Finals. Nel 2004 è medaglia di bronzo alle Olimpiadi con la Nazionale degli Stati Uniti. Ora che ha definitivamente messo le scarpe in soffitta, lascia un vuoto incolmabile nel pitturato di ogni palazzo dello sport degli USA, e costringe l’NBA  a dividere il gioco in post basso in due ere differenti: un prima di Duncan e un dopo di Duncan.

 

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