Quali sono le nuove restrizioni anti-covid del Dpcm 15 ottobre?
Quarantena ridotta da 14 a 10 giorni, stretta sulla movida, stop al doppio tampone: questi sono alcuni dei punti inseriti nel nuovo Dpcm che verrà approvato a Palazzo Chigi entro il 15 ottobre
Nuove restrizioni sono al vaglio del Governo che vuole evitare un secondo lockdown. Le novità, alcune delle quali già in vigore come ad esempio l’obbligo della mascherina all’aperto per chi passeggia, saranno contenute nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Misure resesi necessarie ha precisato il ministro Roberto Speranza: “Siamo costretti a stringere le maglie con interventi puntuali su alcune aree più a rischio per rimettere la curva sotto controllo e per non assumere misure più dure”.
Le nuove restrizioni
Ecco quali sono le principali novità contenute nel Dpcm del 15 ottobre:
- riduzione della quarantena da 14 a 10 giorni;
- obbligo della mascherina all’aperto;
- più controlli sulla movida;
- matrimoni, battesimi e feste a casa;
- spettacoli, cinema e concerti;
- stop a basket e calcio amatoriale;
- rafforzamento dello smart working.
Riduzione della quarantena da 14 a 10 giorni
Rappresenta indubbiamente una delle novità assolute e più attese in questi giorni di confronti tra Governo e Comitato Tecnico-scientifico. I soggetti positivi sintomatici che si sottoporranno alla quarantena di 10 giorni dovranno effettuare un solo tampone negativo anziché due a 3 giorni di distanza dalla scomparsa dei sintomi: infatti se il risultato sarà negativo, si potrà uscire di casa. Stessa regola vale per gli asintomatici sebbene l’isolamento terminerà dopo 21 giorni, ossia il lasso di tempo che la carica virale impiega per perdere la propria potenza.
Ulteriori disposizioni sono previste per i cosiddetti contatti “stretti“, estese anche a chi è costretto all’isolamento fiduciario poiché entrato in contatto con una persona positiva. Dopo 10 giorni di quarantena domiciliare, ci si potrà recare direttamente dal medico di base per sottoporsi al test rapido di controllo.
Obbligo della mascherina all’aperto
In merito è intervenuto il Viminale con un chiarimento: “Jogging e footing potranno continuare a svolgersi senza obbligo di mascherina“, anche svolti a livello amatoriale, perché sono “riconducibili all’attività sportiva”. Invece chi passeggia deve indossare obbligatoriamente la mascherina.
Più controlli sulla movida
Altro nodo focale a cuore del governo è la movida, altro mezzo di diffusione del covid. Si aspetta ancora l’ufficialità ma l’intenzione paventata sarebbe quella di limitare anzitutto gli orari dei locali: infatti prende campo l’ipotesi di fissare il coprifuoco alle 24 per bar, pub e ristoranti. Su questo punto è necessario un briefing tra le Regioni e il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia in calendario per il pomeriggio. Invece prende quota lo stop alla vendita di bevande da asporto alle 21/22 per evitare che si consumi cibo o alcol in piedi nelle zone di maggiore affollamento serale.
Matrimoni, battesimi e feste a casa
La scure restrittiva incombe pure l’organizzazione di eventi privati come matrimoni, battesimi e feste a casa. Di fatto, sostiene il ministro della Salute Roberto Speranza, è durante queste occasioni che si verifica la maggiore diffusione del virus. Non si è trovato un accordo sulla modalità d’intervento: il governo sta valutando l’ipotesi di limitare a 30 il numero dei partecipanti ai grandi eventi. Per quanto riguarda le cene a casa, invece, si vuole fare le sul “buonsenso” cittadini chiamati al rispetto delle norme.
Spettacoli, cinema e concerti
Nessuna novità trapela sulla partecipazione del pubblico a spettacoli, cinema e concerti.
Stop agli sport amatoriali
Le restrizioni si allargano pure allo sport con le regole già in vigore che impongono l’utilizzo di mascherine all’aperto. Limiti aggiuntivi potrebbero essere fissati per gli sport amatoriali come il calcetto o il basket, comunque sia quelle attività che non garantiscono le distanze né l’uso della mascherina.
Rafforzamento dello smart working
Il governo starebbe pensando ad interventi aggiuntivi per rafforzare lo smart working in modo tale da incentivare le aziende ad aumentare la percentuale di lavoratori a cui è concesso il lavoro da casa. Si arriverebbe così al 60-70% del totale, al fine di ridurre le occasioni di contatto e gli spostamenti.