Reinhold Hanning Morto, ex guardia nazista ad Auschwitz
Sergente delle Schutzstaffel accusato di aver preso parte all’eccidio di 170.000 persone durante il suo periodo di servizio ad Auschwitz, Reinhold Hanning è morto lo scorso lunedì, 30 maggio a Berlino. A darne notizia è stato il suo legale Andreas Scharmer comunicandolo all’Associated Press, senza però rilasciare ulteriori informazioni.
Chi era Hanning, sergente delle Schutzstaffel?
Hanning era stato accusato e condannato a scontare cinque anni di prigione nel 2016, ma la condanna non era stata applicata perché insieme al suo legale stava provvedendo ad un ricorso in appello. Entrato volontariamente nei ranghi delle truppe naziste di Hitler a 18 anni, è stato il guardiano di Auschwitz fra il 1943 e il 1944; oltre ad essere presente al campo durante “l’Operazione Ungheria“, che ha visto la deportazione di 425.000 ebrei ungheresi ad Auschwitz nel 1944, è attestato che durante la sua permanenza arrivarono 2 convogli carichi di ebrei deportati. Molti furono subito uccisi nelle camere a gas, altri furono vittime di esecuzioni di massa o morirono di stenti.
Il noto processo del 2016
La difesa sostenne che la sola presenza presenza di Hanning al campo non fosse certo segno di correlata responsabilità degli omicidi, a differenza dei pubblici ministeri che asserirono invece che avrebbe dovuto essere condannato perché fu sua la responsabilità di scegliere quali prigionieri fossero in grado di lavorare e quali invece fossero da mandare direttamente nelle camere a gas.
Durante le varie fasi del processo sono stati ascoltati ben 57 sopravvissuti ad Auschwitz e i loro familiari; la corte ha udito le testimonianze delle atrocità commesse al campo, fra cui quelle che all’epoca destarono più rabbia e sdegno, circa l’impiccagione di un ragazzo di 16 anni che aveva rubato un pezzo di pane e il pestaggio a morte di un uomo che aveva perso gli occhiali sotto la doccia.
Hanning, che a causa dell’età avanzata e delle condizioni di salute costrinse di fatto il tribunale ad udienze non superiori alle due ore di tempo utile per il processo, durante la propria presenza in tribunale è sempre apparso scosso, evitando il contatto visivo con i testimoni. L’anziano sergente ex SS ebbe anche modo di esprimere il suo rimorso in aula affidando alla storia processuale quanto segue “Mi vergogno per aver permesso questa ingiustizia senza oppormi. Lo sento veramente. Ho taciuto per molto tempo. Ho taciuto per tutta la mia vita“. Il World Jewish Congress accolse comunque con favore la decisione della corte. Così commentò Ronald Lauder, il presidente: “Non ci può essere alcuna impunità per il genocidio, l’omicidio di massa o i crimini contro l’umanità, e la vecchiaia non è un fattore attenuante” aggiungendo inoltre che Hanning avesse ottenuto quello che si meritava.