Referendum per l’uscita dall’Unione Europea: raccolta firme avviata
La raccolta firme per il referendum per l'uscita dell'Italia dall'Unione Europea è partita in molti Comuni. Ecco cosa riguarderà l'eventuale consultazione.
È partita la raccolta firme per ”l’indizione di un referendum di indirizzo sul recesso dello Stato dall’Unione Europea”. Ecco chi promuove questa consultazione e perché.
Anche in una fase storica di svolta nei meccanismi europei favorita dall’emergenza Coronavirus, in Italia c’è ancora non crede all’utilità di essere all’interno dell’Unione Europea e, pertanto, è stato proposto un referendum per l’uscita del nostro Paese dalla comunità europea. Presso gli uffici elettorali di molti Comuni è già partita la raccolta delle firme necessarie a dare vita a una consultazione sul modello del referendum sulla Brexit svoltosi nel Regno Unito nel 2016.
Il Referendum per l’uscita dall’Unione Europea
Il referendum per l’uscita dell’Italia dall’Unione Europea è sostenuto dal movimento Italia Libera che a sua volta per l’occasione potrà contare sull’appoggio del critico d’arte Vittorio Sgarbi. Con un comunicato del 28 maggio 2020 sulla Gazzetta Ufficiale è stato reso noto che la cancelleria della Corte suprema di cassazione ha accolto la richiesta presentata da 14 cittadini iscritti alle liste elettorali e, pertanto, è possibile procedere alla raccolta delle 50.000 firme necessarie a portare la questione in Parlamento e, eventualmente, procedere all’indizione del secondo referendum di indirizzo della storia repubblicana.
Da anni le forze politiche si dividono sostanzialmente tra europeiste e antieuropeiste ma mai nessuno era arrivato a pensare un’iniziativa del genere. Ovviamente l’eventuale uscita dall’Unione Europea rappresenterebbe anche l’addio all’Euro per tornare a stampare una moneta nazionale e, soprattutto, rappresenterebbe la rinuncia ai fondi del Recovery Fund su cui il Governo sembra molto contare per provare a programmare la ripresa.
L’Italia uscirà dall’Unione Europa?
Al momento, nel quadro politico italiano, le forze con il maggior grado di consenso sono quelle che hanno espresso a più riprese posizioni euroscettiche ma non è certo scontato che in un eventuale referendum siano i favorevoli all’uscita a vincere.
Per adesso l’iter è ancora lungo e non privo di ostacoli: infatti, ci sarà da raccogliere le firme, poi sarà necessario un dibattito parlamentare che indica eventualmente un referendum di indirizzo il cui risultato, come detto, è tutt’altro che scontato. Ricordiamo che nella storia repubblicana solo una volta si è svolto un referendum di questo tipo e anche in quel caso la consultazione era incentrata su tematiche europee: infatti, nel 1989 i cittadini italiani furono chiamati a esprimersi sulla trasformazione dell’allora Comunità Economica Europea nell’attuale Unione Europea, spianando così la strada verso i trattati di Maastricht e l’arrivo della moneta unica.