Referendum Catalogna: seggi blindati e siti oscurati
Domenica primo ottobre sarà il giorno del “Desafio indipendentista”, la sfida indipendentista come l’ha definita El Pais. Il governo catalano, infatti, pubblicamente non ha annullato il referendum programmato per domenica prossima e continua ad invitare i cittadini a votare.
Più il giorno del voto si avvicina più monta la polemica interna. È da giorni che università ed edifici pubblici sono occupati da studenti ed attivisti e sono sempre più i volontari (oltre 40000 a detta del governo) che si renderanno disponibili domenica per la consultazione.
Sarebbero già arrivati, secondo Puigdemont, oltre cento osservatori internazionali da associazioni indipendenti pronti a sorvegliare sulla correttezza delle operazioni di voto. Ma per il momento non esistono ancora né seggi, né schede elettorali, né commissioni scrutatrici.
Referendum Catalogna, il caso del sito web
Il sito web istituzionale informativo sul Referendum è stato oscurato dalla Guardia Civil, sono stati quindi creati indirizzi web con base in Lussemburgo e Regno Unito anch’essi bloccati. L’ultima spiaggia per Puigdemont ed i suoi è stata affidarsi ad un proxy, ovvero un server capace di aggirare la censura.
Pochi giorni fa su Twitter ha spiegato (e risposto pazientemente ai commenti dei non-esperti) come accedere a un proxy e saperne di più sul voto. Il messaggio è stato condiviso più e più volte. Anche Julian Assange di Wikileaks ha ritwittato le istruzioni.
La Guardia Civil ha anche internazionalizzato il caso indagando su presunte ingerenze del governo russo sulle elezioni catalane per destabilizzare l’Unione Europea. Un remake da verificare del caso Clinton (anch’esso da accertare).
Barcellona, recintati molti edifici pubblici
Da giorni ormai circolano in rete foto di blindati ed idranti della Policia nacional che si dirigono verso Barcellona e le maggiori città catalane. Anche la concentrazione di polizia è aumentata incredibilmente, secondo alcune testate molti poliziotti starebbero dormendo in delle navi attraccate al porto di Barcellona.
Il Ministero dell’Interno spagnolo, dopo aver preventivamente accorpato a sé i Mossos, vuole avere a disposizione tutta la forza militare del caso. Molte sedi elettorali papabili sarebbero già state recintate e sorvegliate giorno e notte, si vuole fisicamente impedire che si svolgano le operazioni di voto.
L’extrema ratio, come già temuto in ambiente catalano, sarebbe l’arresto del presidente catalano. La legge spagnola lo consente in casi come questo ma la stessa procura ha ammesso che “non sarebbe il caso”. Nessuno vuole una sollevazione popolare, ma il primo ottobre si sta configurando come giornata del caos.