Ieri dal Senato è arrivato finalmente il via libera per il Reddito d’Inclusione (REI). Questo è infatti il nome della misura pensata per combattere la povertà. Ancora non si conoscono i dettagli precisi e i requisiti esatti per poterne usufruire, ma vediamo almeno di fare chiarezza sulle informazione che sono già trapelate, e che si conoscono.
Cos’è il Reddito d’Inclusione
Sostanzialmente è un contributo che verrà stanziato per le famiglie più povere. Al momento sono stati stanziati 1 miliardo e 640 milioni di euro per il 2017 e 1,8 miliardi nel 2018 che dovrebbero garantire circa 500 euro al mese per famiglia coinvolta. Si tratta, all’incirca di 400mila nuclei familiari che possono quindi ricevere un aiuto per vivere. Lo scopo è quello di togliere tutti dallo stato di bisogno e dalla povertà.
Chi ha diritto al Reddito d’Inclusione
Per avere diritto al contiributo, bisognerà dimostrare di avere un reddito basso attraverso l’indicatore della situazione economica equivalente (Isee) e soprattutto, aderire a un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa con il fine di combattere e porre fine allo stato di povertà.
Il provvedimento riguarderà sia italiani che stranieri, ma sarà fissato un tetto minimo di residenza in Italia per questi ultimi.
Quando entrerà in funzione?
I tempi della legge prevedono che entro 6 mesi debbano venire emanati i decreti attuativi, ma il Governo si ripromette di farlo al più presto. Ci sarà poi il passaggio alle Camere per i pareri delle commissioni. Se tutto procede in tempi minimi, il Reddito d’Inclusione potrebbe diventare attivo entro settembre, altrimenti ad inizio del nuovo anno.
Ne frattempo resta attivo il SIA, Sostegno all’inclusione attiva, che prevede 80 euro a componente di famiglia, per un totale massimo di 400 euro.