Ratko Mladic condannato all’ergastolo il boia di Srebrenica
Ratko Mladic, comandate dei reparti militari dei Serbi di Bosnia durante i conflitti interetnici nella ex-Jugoslavia, è stato condannato all’ergastolo dal Tribunale ONU dell’Aja. Mladic, insieme a Radovan Karadžić e Slobodan Milosevic, è stato uno dei più sanguinari fanatici del “mito della Grande Serbia”.
Un passato macchiato di sangue
Il Tribunale delle Nazioni Unite per i crimini commessi nella ex-Jugoslavia a partire dal 1990 ha riconosciuto, dopo 5 anni di processo, la colpevolezza di Mladic relativamente a 11 capi di imputazione. In particolare, il comandante serbo è stato dichiarato colpevole di genocidio e crimini contro l’umanità, colpevole di avere ordinato, in base all’odio interetnico, il massacro di migliaia di civili, tra i quali gli abitanti del villaggio di Srebrenica. Egli, inoltre, è stato indicato come la mente dietro l’indiscriminato bombardamento di Sarajevo, avvenuto durante uno degli assedi più lunghi della storia. Soddisfazione per la sentenza è stata espressa dall’Alto Commissario ONU per i diritti umani, oltre che dal Governo serbo. I legali dell’imputato, invece, hanno dichiarato che faranno appello conro il verdetto.
Una latitanza pluridecennale
Il comandante Mladic, finita la guerra civile, si era dato alla latitanza, ricercato sia dalle autorità dell’ONU sia da quelle della neonata Serbia. Dopo 16 anni di fuga, la polizia di quest’ultima lo catturava e lo consegnava al Tribunale dell’Aja, evidenziando la volontà di Belgrado di ripudiare il suo passato doloroso e di aderire all’Unione europea. Mladic non ha assistito, in tribunale all’Aja, alla lettura della sentenza, ma è stato fatto uscire su ordine del Presidente della Corte dopo avere costantemente urlato contro la legittimità dell’organo giudiziario internazionale.