Quota 100 cancellata: cosa cambia per le pensioni?
Il Governo ha deciso di cancellare Quota 100 a partire dal 2022. Quali sono i cambiamenti in ambito pensionistico che questa scelta comporterà?
Ieri il Consiglio dei Ministri si è riunito per discutere del Recovery Plan e, quindi, delle strategie economiche del nostro Paese nei prossimi cruciali anni. Le questioni aperte sono tantissime ma in queste ore si sta discutendo tantissimo della cancellazione di Quota 100. In realtà si tratta di più che altro di un mancato rinnovo: infatti, fin dal principio il provvedimento era stato pensato per una durata di tre anni che finiscono proprio con il 2021.
A partire dal prossimo anno, quindi, non basteranno più 62 anni di età e 38 anni di contributi per poter uscire dal mondo del lavoro ma, molto probabilmente, non si tornerà integralmente alla Legge Fornero poiché già sono in corso discussioni per la messa a punto di un nuovo provvedimento, magari meno oneroso per le casse dello Stato, che possa andare a sostituire Quota 100.
Pensioni: cosa cambia dopo Quota 100?
Dopo la cancellazione di Quota 100 per il 2022, il Governo è a lavoro per emanare un nuovo provvedimento in materia pensionistica che eviti il totale ritorno alla Legge Fornero che, al momento, è l’unica legge ”stabile” a regolare la materia. Voci di corridoio dicono che l’Esecutivo starebbe valutando in maniera molto attenta la possibilità di passare a una sorta di Quota 102 che prevederebbe la possibilità di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro con 64 anni di età e 38 anni di contribuiti previdenziali.
In sostanza, se davvero dovesse essere questa la decisione assunta dal Governo, a partire dal 2022 bisognerebbe aspettare due anni più per poter andare in pensione senza passare dalla Legge Fornero. Naturalmente, una tale scelta può essere giustificata solamente dalla necessità di tagliare i costi di un provvedimento come Quota 100 che in questi tre anni ha dimostrato di essere molto onerosa in rapporto al numero di persone che ha coinvolto.
Come funziona Quota 41?
Un’altra ipotesi in campo è quello rinominata Quota 41 molto caldeggiata dalla Lega. In sostanza, se dovesse passare questa linea, si potrebbe andare in pensione senza alcun limite di età purché si siano accumulati almeno 41 anni di contributi. Praticamente si andrebbe a premiare tutti quei lavoratori che hanno iniziato il loro viaggio nel mondo del lavoro molto giovani ma ciò, ovviamente, non è privo di costi: infatti, si rischierebbe un sensibile abbassamento di fatto dell’età pensionabile, cosa che comporterebbe per lo Stato un aumento della spesa pensionistica non facile da gestire in un momento del genere.