Quando ci sarà il vaccino per i bambini e i ragazzi al di sotto dei 15 anni?
L’EMA potrebbe approvare entro la fine di maggio la somministrazione del vaccino Pfizer anche ai ragazzi tra i dodici e i quindici anni ma sono in corso sperimentazioni anche per i bambini più piccoli.
La campagna vaccinale procede in maniera più o meno spedita un po’ in tutto il mondo occidentale e l’estate che oramai è alle porte potrebbe essere per l’Italia e per l’Europa un primo momento di vera ripartenza dopo questo terribile anno che ha sconvolto la vita di tutti noi. Per fortuna, una buona parte delle persone più vulnerabili è stata messa in sicurezza e, pur con qualche difficoltà e un po’ di scetticismo da parte di alcune categorie, si sta allargando sempre di più la platea di persone a cui quantomeno è consentito di mettersi in lista per ricevere la vaccinazione.
Con l’avanzamento della campagna vaccinale ci si inizia a porre in maniera più insistente il quesito su come regolarsi con bambini e adolescenti. Per il momento tutti i sieri presenti sul mercato sono autorizzati per persone di età pari o superiore ai 16 anni ma sono in corso test per valutare l’opportunità o meno di abbassare l’età minima per le somministrazioni. Ecco cosa sta succedendo.
Quando arriverà il vaccino per la fascia 12-15 anni?
Entro la fine di maggio l’EMA potrebbe autorizzare la somministrazione del vaccino Pfizer per i ragazzi di età compresa tra i 12 e i 15 anni. A comunicarlo è stata la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen che ha anche reso noto che la prima sperimentazione effettuata su bambini di età compresa tra i 6 e i 12 anni sta dando risultati che lei definisce molto promettenti.
Ovviamente, la questione della vaccinazione dei bambini non può che scatenare accese discussioni e creare dibattito all’interno dell’opinione pubblica. In questi lunghi mesi di pandemia, per fortuna, si è constatato che i bambini hanno possibilità quasi nulle di sviluppare forme severe di Covid-19 ma in molti temono che, proprio per via della loro tendenza a essere totalmente asintomatici, possano, se contagiati, trasmettere involontariamente il virus a persone più fragili.
Questo rischio è naturalmente più basso oggi rispetto a qualche mese fa quando le fasce più fragili della popolazione ancora non erano state coperte dalla vaccinazione ma, comunque, l’idea sarebbe quella di immunizzare anche i bambini per evitare che il virus continui a circolare rischiando pericolose varianti. Ovviamente, in questo momento la priorità resta terminare l’immunizzazione degli adulti e convincere quegli over 60 che ancora nutrono dubbi nei confronti dei vaccini, soprattutto quello AstraZeneca che, come è noto, in passato è stato oggetto di un polverone mediatico poi ridimensionatosi.
Una volta portata a termine questa missione andrà rivalutata l’opportunità o meno di un allargamento delle vaccinazioni anche ai più piccoli, allargamento che, qualora fosse adottato, dovrà comunque essere accompagnato da una capillare campagna comunicativa per sconfiggere i timori che sicuramente nasceranno in moltissimi genitori.