Quando arriveranno i soldi del Recovery Fund in Italia?
Quando arriveranno i circa 209 miliardi di euro del Recovery Fund che spetteranno all'Italia? Ecco le prossime tappe per gli aiuti europei.
Il Recovery Fund è finalmente realtà e adesso parte la sfida per la presentazione di un piano a cui è subordinata l’erogazione dei fondi. Ecco quando arriveranno i soldi in Italia.
Sono stati giorni lunghissimi a Bruxelles in cui il futuro dell’Europa è stato oggetto di un duro scontro tra visioni radicalmente diverse. Alla fine si è giunti a un compromesso che metterà l’Italia nella condizione di ricevere aiuti per poco meno di 209 miliardi di euro che serviranno a rialzarsi dopo la devastante crisi economica dovuta all’emergenza Coronavirus.
Il Recovery Fund per l’Italia prevede, come detto, fondi per circa 209 miliardi di euro di cui 127 di prestiti e la restante parte come sovvenzione a fondo perduto. La cifra è tutt’altro che insignificante anche se qualcuno avrebbe voluto che il Governo riuscisse a strappare una quota maggiore di fondo perduto a scapito dei prestiti che, però, saranno comunque a condizioni nettamente più favorevoli rispetto a quelle che il nostro Paese avrebbe potuto reperire autonomamente sui mercati.
Adesso la sfida è far sì che tali denari arrivino a destinazione in tempi certi e che siano investiti in progetti che realmente cambino il voto della nostra economia per non solo tornare alle condizioni di prima ma addirittura migliorale. Ecco quali sono le prossime tappe sul percorso del Recovery Fund.
Quando arriveranno i soldi del Recovery Fund?
I soldi del Recovery Fund non arriveranno prima della primavera 2021. Nonostante la svolta impressa dall’accordo di questa notte a Bruxelles, purtroppo, ci sono ancora dei passaggi da eseguire per arrivare a una vera e propria messa in atto del piano legato al Recovery Fund. Il prossimo step sarà ad ottobre quando ognuno dei Paesi interessati dovrà presentare un piano dettagliato in cui viene specificato come si intende investire le risorse provenienti dal Recovery Fund.
Chi decide sul Recovery Fund?
Il piano di ogni Paese dovrà essere approvato dal Consiglio Europeo con una maggioranza qualificata (il 55% dei Paesi pari a circa il 65% della popolazione europea). Ogni Paese ha diritto a chiedere il blocco dell’erogazione dei fondi fino a tre mesi in caso cedesse che qualcuno stesse spendendo in maniera impropria teli risorse ma alla fine la decisione spetterà alla Commissione e, pertanto, non ci sarà alcun diritto di veto vero e proprio da parte di nessuno.
Il piano dovrà essere approvato massimo entro due mesi in modo tale che da gennaio, con l’entrata nel bilancio pluriennale 2021-2027 l’Unione Europea possa iniziare a emettere le obbligazioni attraverso cui il Recovery Fund sarà finanziato. In sostanza, se non ci sono intoppi imprevisti, una prima parte dei soldi per l’Italia dovrebbero arrivare entro la prima metà del prossimo anno.
Il piano dell’Italia per il Recovery Fund
I 208,8 miliardi di euro del Recovery Fund destinati all’Italia dovranno essere investiti per progetti legati alla transizione energetica, la digitalizzazione del Paese, la protezione nei confronti dei lavoratori precari, l’ammodernamento del sistema sanitario e il sostegno alle imprese. In sostanza il piano che il Governo dovrà presentare in autunno dovrà essere proiettato verso una radicale ristrutturazione del nostro sistema Paese.
Inoltre, per poter disporre di tutti i fondi previsti dal Recovery Fund, sarà necessario che il nostro Paese si concentri su una serie di riforme in sospeso da molto tempo, una su tutti quella della giustizia che con le sue inefficienze e lentezze crea enormi danni alle imprese e all’economia. Di sicuro l’Unione vedrà di cattivo occhio tentativi di dirottare queste risorse verso forme di assistenzialismo improduttivo o per ”regolare” vecchi debiti.
Quali sono le condizioni dei prestiti del Recovery Fund?
I circa 127 miliardi di euro di prestiti che l’Italia riceverà nell’ambito del Recvery Fund andranno restituiti in un arco temporale che va dal 2026 al 2056. Si tratta di scadenze molto diluite che facilitano di molto Paesi come il nostro che da decenni combatte contro un debito pubblico alto e difficile da gestire.
I tassi di interesse saranno molto bassi in quanto il Recevery Fund sarà finanziato con obbligazioni garantite dalla stessa Unione Europea che, ovviamente, gode di una credibilità sui mercati finanziari molto superiore a quella di un singolo Stato e, pertanto, riuscirà a reperire denaro a tassi di interesse estremamente bassi. Per l’Italia i prestiti del Recovery Fund faranno crescere il rapporto deficit/Pil di circa il 7% ma, come visto, sarà una tipologia di debito molto diversa da quella a cui siamo abituati.