Putin, possibile taglio della produzione di petrolio: volano le quotazioni del greggio
Il presidente russo Vladimir Putin, intervenuto al World Energy Council a Instanbul, ha annunciato una possibile collaborazione tra Mosca e l’Opec per “congelare o addirittura tagliare” la produzione di petrolio. A quanto pare, l’unica misura preventiva per salvaguardare la stabilità del settore energetico.
Parole inaspettate che hanno fatto volare le quotazioni del greggio ai massimi da un anno, con rialzi intorno al 3%. Il prezzo del greggio Brent ha toccato i 53,73 dollari al barile, mentre il Wti è salito dell’1,6% a 50,62 dollari.
Nel corso dell’ultimo Wec, Putin ha poi specificato che “la Russia è pronta ad unirsi a misure congiunte per limitare la produzione e si appella agli esportatori di petrolio perché a loro volta si uniscano”. Il ministro saudita dell’Energia, Khalid Al-Falih, ha dichiarato con velato ottimismo che “non è impensabile” un rialzo del petrolio a 60 dollari al barile entro la fine dell’anno. “L’Opec dovrebbe badare a non ridurre troppo bruscamente creando uno shock sui mercati che potrebbe rivelarsi dannoso”. Dunque tutto fa ben sperare su un effettivo taglio della produzione di petrolio.
Il 28 settembre, i paesi dell’Opec si sono riuniti ad Algeri per discutere sulla necessità di contenere la quantità di barilli messi sul mercato, arrivando a 33 milioni di barilli al giorno. Nel frattempo, per domani è atteso un nuovo incontro tra i paesi dell’Opec, ma tanti altri appuntamenti sono in programmazione, la cui partecipazione verrà estesa anche ai paesi esterni all’organizzazione.
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