Scuola

Prove Invalsi 2018: 574mila studenti coinvolti

Prendono il via le nuove prove Invalsi per il 2018, che vedrà coinvolti 574mila studenti delle medie, ma con una novità assoluta: saranno le prime in formato digitale. Infatti si è passati dal cartaceo, a cui si è detto addio, all’uso del computer. È cambiata anche la tempistica delle prove: negli anni precedenti bastavano due giorni, adesso invece si potranno svolgere sino al 21 aprile. Anche il tempo della prova e le quantità delle domande sono stati cambiati: gli alunni avranno 30 minuti in più, dunque 90 minuti rispetto ai 60 precedenti, e il 30% in meno di domande rispetto all’anno scorso. Un bel vantaggio rispetto alle generazioni precedenti, frutto della nuova formula “computer – based“.

Si tratta di un’importante occasione per misurare le proprie conoscenze e le proprie competenze, scoprire i propri punti di forza e gli aspetti su cui continuare a investire per migliorare giorno dopo giorno. È questo il senso di una valutazione che deve servire da stimolo alle giovani e ai giovani, ma anche e soprattutto a tutta la comunità scolastica, per un costante miglioramento del sistema di istruzione” – ha spiegato il Ministro Fedeli, augurando un buon lavoro a tutti gli studenti coinvolti.

Ma le scuole sono preparate al cambiamento?

Da un censimento effettuato sulle strutture informatiche presenti nelle nostre scuole, è emerso un dato allarmante: le postazioni informatiche effettive presenti nelle scuole risultano ad oggi 216 mila, quindi vuol dire che per un computer ci sono due alunni e mezzo. Questa situazione di insufficienza informatica “sta mettendo a dura prova diversi istituti su tutto il territorio nazionale: non tutti i plessi hanno computer a sufficienza per consentire la contemporaneità dello svolgimento delle prove, per cui la maggior parte delle scuole a livello nazionale sono costrette a fare doppi e tripli turni per garantire lo svolgimento delle stesse” come afferma Mario Rusconi, presidente dell’associazione nazionale presidi. “Grazie ad un accordo nazionale tra Anp e l’Istituto nazionale Invalsi, i nostri associati, che ci hanno segnalato tempestivamente le criticità nelle loro scuole, sono stati messi in contatto con le strutture tecniche Invalsi e sappiamo che circa il 95% dei casi segnalati sono già stati completamente risolti” – prosegue lo stesso presidente cercando di far emergere il problema.

La collaborazione delle scuole è fortissima, i dirigenti si sono molto impegnati per trovare soluzioni e mettere questi ragazzi nella migliore condizione per superare le prove Invalsi” – esplicita ancora meglio Roberto Ricci, responsabile nazionale dell’Area Invalsi, il quale tiene a precisare che per otto scuole prive di computer, è stato lo stesso Invalsi a fornire i computer portatili per permettere ai ragazzi di svolgere la prova nelle migliori condizioni possibili.

invalsi-pc-2018

Proprio per ovviare al problema computer, i test potranno essere svolti in una fascia oraria molto ampia, ossia dalle 7:30 fino alle 19:30. Studenti dunque a scuola presto o nel pomeriggio per affrontare la fatidica prova che gli ammetterà all’esame di Terza Media.

Strutturazione della prova

La precedente prova Invalsi verteva su italiano e matematica, mentre quest’anno alle due materie classiche verrà affiancata una terza disciplina: l’inglese. Il test verrà diviso in due fasi principali: 45 minuti per l’ascolto del testo, 5 minuti di paura e altri 45 minuti per la lettura. Dunque 90 minuti per svolgere la prova di italiano, come quella di matematica. Le domande varieranno dalle 45 precedenti alle 37 di quest’anno e saranno selezionate da un database di oltre 500 domande per materia.

L’ultima novità di questa prova consisterà nel giudizio. Sarà lo svolgimento della prova, e non più l’esito, ad essere un requisito fondamentale per l’ammissione all’esame di Terza Media. Cambia anche il livello di giudizio, che sarà su scala nazionale, ovvero un criterio unico per tutta Italia suddiviso in ogni materia: italiano, matematica, inglese lettura e inglese ascolto.

“È chiaro – sottolinea Marcello Pacifico, responsabile nazionale dell’Associazione Sindacale, contrario a questa nuova valutazione – che una scuola dei Parioli di Roma è diversa da una scuola dello Zen di Palermo e questo non si può addebitare né agli alunni, né al corpo docente. Servono reali correttivi, da soli i test Invalsi non servono a nulla se non si interviene nel singolo territorio“.

Anche per Francesco Sinipoli, segretario generale Flc Cgil, questa nuova valutazione e certificazione del test risulta errata, finché “le prove continueranno ad essere effettuate su base censuaria, diventano requisito di ammissione all’esame e rappresentano la parte più corposa della certificazione delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione“.

Ma alla fine di tutto, le prove Invalsi servono davvero a qualcosa, o sono solo l’ennesimo stress scolastico provocato ai nostri ragazzi?

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