È arrivato a sentenza l’importantissimo processo relativo alla trattativa Stato-mafia che avrebbe portato alla fine della stagione delle stragi nella prima metà degli anni 90. Sono arrivate condanne per gli ex vertici del Ros Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno; l’ex braccio destro di Silvio Berlusconi Marcello Dell’Utri; i boss mafiosi Bagarella e Cinà e Massimo Ciancimino, mentre l’ex ministro Nicola Mancino è stato assolto dall’accusa di falsa testimonianza. Vanno in prescrizione, invece, le accuse nei confronti del boss Giovanni Brusca, uno degli esecutori materiali della strage di Capaci in cui perse la vita Giovanni Falcone con la moglie e la sua scorta.
Questo processo era iniziato tra mille polemiche e misteri cinque anni fa e oggi è arrivato a una prima storica sentenza in cui di fatto lo Stato certifica che sue componenti, oramai oltre 20 anni fa, scesero a patti con la criminalità organizzata per mettere fine alla drammatica stagione delle stragi mafiose e fermare quell’attacco allo Stato della mafia che aveva messo nel mirino importanti figure di spicco della politica di allora. Le pene a cui sono stati condannati i sopracitati imputati vanno dagli 8 ai 28 anni.
In sostanza le persone condannate sono state riconosciute colpevoli del fatto di aver veicolato le minacce dei boss alle istituzioni, anche se i vertici politici dell’epoca sembrano uscirne puliti da questa amara e triste vicenda della storia recente di questo Paese.