Processo Omicidio Yara, Bossetti: “Poteva essere mia figlia”
Questa mattina presso il Tribunale di Brescia torna in aula Massimo Bossetti, il muratore condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, per il processo d’appello. Proprio l’assassino della ginnasta di Brembate ha preso la parola e sottolineato ai giudici, prima che questi si riunissero in camera di consiglio, di essere del tutto innocente e di non aver commesso alcun omicidio.
Processo Omicidio Yara: il discorso di Bossetti
Ha parlato 40 minuti circa in aula Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. L’uomo ha tenuto il suo discorso questa mattina in aula in occasione del processo d’appello e ha ribadito ancora una volta la sua totale innocenza: “Chi ha compiuto l’omicidio è libero e adesso starà ridendo di me. Yara poteva essere mia figlia, la figlia di tutti noi, neanche un animale avrebbe usato tanta crudeltà”. Il muratore ha più volte ribadito e urlato la sua innocenza: “Se fossi io l’assassino, sarei un pazzo a chiedere la perizia. Quel Dna non mi appartiene. Non ho mai fatto male a nessuno, non ho mai alzato un dito contro mia moglie né contro i miei figli”.
Ascoltato il discorso di Massimo Bossetti, i giudici si sono riuniti in camera di consiglio per prendere la loro decisione. Potrebbe essere confermato l’ergastolo, l’accusa, nello specifico, chiede ergastolo con isolamento per sei mesi; ciò che invece si augura la difesa e lo stesso Bossetti è che venga concessa la perizia sul Dna, sulle tracce ritrovate negli slip e sui leggings di Yara.