Plastica che si ricicla all’infinito: la nuova scoperta green
La tocchi, la sposti, la avvicini ad un bicchiere, la porti con te, la svuoti. Ma quanto può essere intelligente una bottiglia di plastica?
La risposta sarebbe ovvia: gli oggetti inanimati non hanno intelligenza. Sbagliato. La risposta ovvia è spesso quella errata. Hai una vaga idea di quanto i polimeri siano presenti nel quotidiano?
Forse no, ma sono sicura che la percentuale sia abbastanza alta ed eticamente significativa da farne continue ricerche.
Dal Dipartimento di Chimica dell’Università del Colorado arriva una scoperta eclatante: un polimero completamente green, che non danneggia l’ambiente, ma forte, leggero ed economico.
Descritta in uno studio pubblicato su Science, tale innovazione potrebbe rivoluzionare i dispendiosi processi di riciclo attualmente vigenti a vantaggio del rispetto ambientale, senza per questo dover rinunciare alle caratteristiche che rendono necessario l’utilizzo commerciale di bottiglie, imballaggi e altri componenti , che come ben sappiamo oltre ad essere molto difficili da recuperare, rovinano interi ecosistemi a causa della quotidiana incuria dell’uomo.
Non è una novità che Plexiglas, Pla, PET, sono alcuni di essi, ad essere degni di lode, per versatilità, riciclabilità, sostenibilità, durevolezza ed estetica. Ma non tutti meritano la Coccarda. Si sa non tutte le ciambelle nascono col buco.
Il nuovo materiale, basato su una sostanza chiamata gamma – butirolactone (Gbl), presenta molte caratteristiche che rendono la plastica utile, come la forza, la resistenza al calore, la leggerezza, ma a differenza di essa può essere scomposto e riciclato, pensate un po’, infinite volte, riportandolo sempre allo stato originario.
Quello che Eugene Chen, Professore del Dipartimento di Chimica statunitense impegnato nella ricerca, definisce “Ciclo di vita circolare”.
Se ti guardi intorno, nella stanza in cui ti trovi, si possono contare almeno 10 oggetti in plastica.
Lo stesso Roland Barthes diceva che tutto il mondo può essere plastificato, perfino la vita. E aveva ragione, se si rapportano le sue parole alla situazione attuale, ove evoluzione non sempre è sinonimo di progresso.
Va precisato che proprio l’estrema versatilità dei polimeri, ha fatto si che avessero un eccessivo successo e che fossero le due facce della stessa medaglia della nostra era: bene e male.
Ma questa scoperta sembra offrire una soluzione ottima, attraverso un processo di riciclo del tutto green, realizzabile in pochi minuti, senza la necessità di sostanze chimiche o consumi energetici eccessivi. Intanto non è stato ancora depositato il brevetto e poi c’è da considerare il problema dei costi.
Si potrebbe concludere quindi che l’ingegnosità di un materiale è intrinseco ad esso e si attiva attraverso l’ingegno della mente umana. Ed è stato quest’ultimo a rendere i polimeri i “migliori amici” dell’uomo e contemporaneamente , in casi specifici i “migliori nemici del mondo”.