Pensioni aprile 2020: pagamento scaglionato per evitare folla alle Poste
Le pensioni di aprile 2020 saranno pagate dal 26 marzo al 1 aprile per evitare assembramenti alle poste, ad annunciarlo è il ministro Catalfo.
Le pensioni di aprile 2020 saranno pagate dal 26 marzo al 1 aprile per evitare affollamenti alle poste. Ecco tutte le novità sulle pensioni.
L’emergenza Coronavirus tocca tutti, soprattutto le fasce più anziane della popolazione ed è per questo che il Governo, in collaborazione con l’Inps, ha deciso di far partire il pagamento delle pensioni di aprile sarà scaglionato tra il 26 marzo e il 1 aprile. La decisione è motivata dalla necessità di evitare assembramenti negli uffici postali per ritirare le pensioni il giorno in cui dovrebbero essere erogate.
Coronavirus: le novità sulle pensioni
Il pagamento scaglionato per il mese di aprile per il momento è l’unica novità che ha coinvolto il tema delle pensioni dopo lo scoppio dell’emergenza Covid-19. Nei giorni scorsi sono circolate in Rete molte notizie che parlavano di possibili tagli alle pensioni fino al 50% e, addirittura, di mancati pagamenti ai dipendenti della PA. Ovviamente si tratta solo di fake news, per il momento lo Stato è assolutamente in grado di erogare quanto dovuto e, a meno di un grave peggioramento della situazione, dovrebbe essere così anche nei prossimi mesi.
È probabile che il metodo dello scaglionamenti dei pagamenti delle pensioni sia adottato per il periodo di durata dell’emergenza sanitaria e la speranza naturalmente è che questo sia l’unico intoppo a cui dovranno far fronte i pensionati italiani in questa fase critica.
Cosa succederà alle pensioni degli italiani?
Di certo la crisi economica che si sta paventando sull’Italia in seguito al sostanziale blocco del Paese per far fronte al contagio porterà a grosse rivisitazioni della politica economica italiana dei prossimi anni. È probabile che il tema delle pensioni finisca ancor di più al centro del dibattito politico e bisognerà trovare il miglior modo possibile per liberare risorse da destinare al risanamento di un Paese che, se la situazione non dovesse migliorare in tempi brevi, dovrà fare i conti con una delle peggiori crisi economiche dal Dopoguerra a oggi.