Attualità

Papa Francesco collegamento con la Stazione Spaziale Internazionale

Alle 15:00 ora italiana, Sua Santità Papa Francesco si è collegato con la Stazione Spaziale Internazionale per “incontrare” gli astronauti che attualmente si trovano in orbita. Durante il colloquio, il Pontefice ha posto delle domande agli astronauti rappresentati per l’occasione dall’italiano Paolo Nespoli il quale oltre a fare gli onori di casa ha fatto da mediatore. Il primo collegamento con la ISS avvenne nel 2011 con l’allora pontefice Benedetto XVI ed anche in quel caso, a parlare fu proprio lo stesso Nespoli, in un momento triste per l’astronauta in quanto pochi giorni prima la madre di quest’ultimo era venuta a mancare.

La voce del Papa in orbita

“Sua Santità buon giorno, benvenuto sulla Stazione Spaziale internazionale tra noi, tra l’equipaggio della Missione 52-53”, così ha salutato Paolo Nespoli a Papa Francesco, dando così inizio al colloquio “spaziale”. “Dicono che le donne sono curiose ma non è vero, perché anche noi uomini lo siamo”, con queste parole, Papa Francesco cominciato a porre le domande agli astronauti, ovviamente dopo i vari saluti di rito. Durante “l’interrogazione”, il Pontefice ha chiesto dapprima che cosa li avesse spinti a diventare astronauti e poi ha incentrato le domande sulla vita di bordo ed al modo di vedere le cose dall’alto. Le risposte ovviamente sono arrivate subito e soprattutto da tutti i membri dell’equipaggio e pertanto da nazionalità diverse, infatti esso è composto non solo dall’italiano Nespoli ma anche da due russi e tre americani. C’è da dire inoltre che le nazioni facenti parte della missione sono ben 9, e quindi rientra in un progetto che vede una collaborazione internazionale, pertanto senza barriere. Quali sono state le domande poste da Papa Francesco ? E soprattutto: quali risposte ?

Paolo Nespoli e l’equipaggio dell’ “Expedition 53”

Papa Francesco: Che cosa vi ha motivato a diventare astronauti ? che cosa vi da gioia nel tempo che passate nella stazione spaziale ?

ISS: Sergej: suo nonno ha lavorato allo Sputnik e si è ispirato a suo nonno perché lo spazio per noi essere umani è importante. Alan: Santo Padre da qua c’è un prospettiva incredibile ed è come un po’ vedere con gli occhi di Dio che guarda la terra.

Papa Francesco: Lei è andato dal nonno e lei che viene dall’America è riuscito a capire che la terra è troppo fragile,è un momento che passa, è una cosa molto fragile, fina, leggera, capace a tal punto da farsi del male. Lei è andato a guardare con gli occhi di Dio, il nonno è Dio, quindi mai dimenticare le radici. Grazie.

Papa Francesco: Viaggiare nello spazio modifica tante cose che si danno per scontato, nella vita quotidiana ad esempio l’idea si su e di giu. C’è qualcosa che vi ha sorpreso o colpito perché trovato conferma anche li in un contesto così diverso ?

ISS: Van de Hay: È proprio l’approccio con le cose che sembrano le stesse ma difficili da riconoscere. Ogni tanto mi avvicino ad una cosa ma non riesco a capire che cos’è. Quello che non è cambiato invece è ciò che a decidere il mio microcosmo sono io, con i miei sistemi di conoscenza.

Papa Francesco: La nostra società è molto individualista invece ci vuole molta collaborazione. Potete darmi qualche esempio esemplificativo di collaborazione vostra nella SS. ?

ISS: Per lavorare qua sopra c’è una collaborazione internazionale, 9 nazioni, ma la cosa più importante è che ognuno di noi porta una diversità ed ognuna di esse è il modo per uscire fuori dal mondo e continuare verso la conoscenza.

 

 

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