Paolo Maldini: Altezza, Peso, età e Biografia della bandiera del Milan
Paolo Maldini è uno dei simboli del nostro calcio ma è soprattutto la bandiera per eccellenza del Milan. Il figlio di Cesare è nato a Milano il 26 giugno 1968 e, pertanto, ha da poco compiuto cinquanta anni. È alto 1,86 m e pesa circa 85 kg e da pochissimi giorni è tornato al Milan con un importante ruolo dirigenziale con il compito, insieme a Leonardo, di riportare la compagine rossonera ai vertici del calcio italiano.
Scopriamo insieme qualcosa di più sull’uomo e sul calciatore Paolo Maldini e sulla sua leggendaria carriera calcistica.
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Paolo Maldini: Biografia
Paolo, come tutti sanno, è figlio di Cesare Maldini, il primo capitano di una squadra italiana ad alzare una Coppa dei Campioni, ovviamente con la maglia del Milan, nel 1963. Sembrerebbe che la sua vita fosse destinata a essere legata a doppio filo al mondo del calcio, ma, in realtà, a quanto sembra, il padre Cesare non lo inizia subito al mondo del pallone, anzi, all’inizio della sua carriera cerca di interferire il meno possibile. Entra a far parte del mondo milanista nel 1978 e ne uscirà solo alla fine della stagione 2008/09, salvo poi rientrarci adesso.
L’esordio in Serie A avviene il 20 gennaio del 1985 sul campo dell’Udinese quando il tecnico svedese Nils Liedholm lo fa subentrare all’infortunato Cesare Battistini. Ovviamente all’inizio non gioca con estrema continuità, ma gli addetti ai lavori già intravedono le grandi qualità di questo difensore che non sembra decisamente essere il solito raccomandato. Già con Liedholm, allenatore fondamentale per la sua carriera, Paolo Maldini diventa titolare, ma è Arrigo Sacchi a dare una vera e proprio svolta alla vita calcistica del figlio di Cesare: infatti, il Milan di Sacchi è ricordata come una delle più grandi squadre mai viste nella storia del calcio e Paolo è il perno della leggendaria difesa composta anche da Tassotti, Baresi, Galli e Costacurta. Maldini entra velocemente negli schemi di Sacchi e i successi iniziano ad arrivare come se piovesse: infatti, nel 1988 arriva lo scudetto, i due anni successivi la Coppa dei Campioni, poi il misterioso ritiro contro il Marsiglia nel 1991 e l’esclusione dei rossoneri per un anno dalla coppe europee. L’era Sacchi finisce, ma non terminano i successi poiché il Milan, con Fabio Capello in panchina, torna sul tetto d’Europa nel 1994 battendo in finale ad Atene il Barcellona.
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Per il Milan la seconda metà degli anni 90′ non rappresentano esattamente il miglior momento della sua storia, ma per Paolo Maldini anche quelli sono anni importanti poiché diventa capitano del club rossonero e conquista in questa veste i primi scudetti nel 1996 e nel 1999. In questi anni, come da lui stesso dichiarato, arrivano offerte molto allettanti dall’estero, ma Maldini decide di continuare la sua storia in rossonero e non lasciare in momento calante la squadra della sua famiglia. Nel 2002 sveste però per sempre la seconda maglia della sua vita, quella della Nazionale che orgogliosamente ha indossato per 4 mondiali e che ha deciso di abbandonare dopo il deludente mondiale nippo-coreano. L’estate del 2002 porta in dote con sé la delusione azzurra, ma è anche il principio di una stagione fondamentale per il capitano rossonero che nella storica finale tutta italiana di Manchester contro la Juventus, a quarant’anni di distanza dal padre, alzerà per la prima volta al cielo una Champions League.
Il Milan in quegli anni sembra tornare decisamente ai vertici del calcio italiano ed europeo: infatti, nella stagione 2003/04 arriva lo scudetto e l’anno successivo la finale di Champions persa come tutti sappiamo a Istanbul contro il Liverpool. I protagonisti di quella squadra sono diversi ovviamente da quelli del Milan di Sacchi e Capello, ma sono ugualmente fenomenali: infatti, nella rosa di quel grande Milan figuravano calciatori come Andrea Pirlo, Kakà, Andriy Shevchenko, Gennaro Gattuso e molti altri, oltre ai veterani Costacurta e, ovviamente, Maldini. La finale di Istanbul è un altro momento cruciale della carriera di Paolo Maldini nel quale il rapporto già difficile con il tifo organizzato rossonero: infatti, al rientro in Italia un tifoso all’aeroporto pretende le scuse da parte della squadra, ma il capitano non è d’accordo e nasce una discussione.
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Stanno arrivando gli ultimi anni di carriera per Paolo Maldini e il suo ginocchio inizia a dargli qualche problema di troppo, ma, nonostante ciò, resta uno dei migliori nel suo ruolo e il Milan resta una grande squadra. Calciopoli costringe il Milan a iniziare dai preliminari la Champions League 2006/07, ma non è un problema per quella squadra che marcia spedita verso la finale di Atene in cui Maldini si vendicherà del Liverpool e alzerà al cielo la seconda Champions da capitano e la quinta in carriera.
Quella sarebbe stata un’ottima occasione per chiudere da vincenti un grandissimo ciclo, ma il Milan scegli di non cambiare e gli ultimi anni di carriera del capitano rossonero non sono di vertice. In molti ricorderanno l’ultima di Maldini a San Siro in cui la stragrande maggioranza dello stadio omaggio il suo capitano di una vita, mentre un gruppetto di pseudo tifosi si prese la briga di contestarlo, rovinando una giornata che sarebbe dovuta essere memorabile per il figlio di Cesare.
Nel post carriera molte volte si è parlato di un possibile coinvolgimento di Maldini come dirigente del Milan, ma mai prima d’ora il progetto era stato considerato abbastanza buono dallo storico capitano da mettere in gioco la sua credibilità nel mondo del calcio e, in particolare, nell’universo rossonero.
Caratteristiche tecniche
Paolo Maldini sarà ricordato come uno dei più forti difensori della storia del calcio italiano. A inizio carriera ha coperto la fascia sinistra in maniera impeccabile combinando tecnica e sagacia tattica, prendendosi anche qualche rischio di troppo che, sicuramente, ha accresciuto il livello estetico del suo gioco. Con l’avanzare dell’età e il sopraggiungere di qualche acciacco fisico, Maldini è stato molto bravo ad adattarsi da difensore centrale ed essere comunque uno dei migliori in quel ruolo. Come visto, nella sua crescita calcistica sono stati fondamentali i grandi allenatori che si sono alternati sulla panchina del Milan nel corso della sua carriera, in particolare Arrigo Sacchi, ma anche Fabio Capello e, nel finale di carriera, Carlo Ancelotti.