Palazzo del Quirinale a Roma: Storia, Wiki e Curiosità
Il secondo capitolo della nostra rubrica settimanale, nonché del nostro viaggio alla riscoperta delle dimore presidenziali nel mondo ci permette di mettere a fuoco, questo lunedì le bellezze “di casa”: riscopriamo insieme la magnificenza del Palazzo del Quirinale a Roma, dimora ufficiale del Presidente della Repubblica italiana, nonché unica al mondo perché dal 1583 associata al concetto latino di Auctoritas, ovvero all’ideale di un insieme di qualità proprie di una istituzione o di una singola persona alle quali gli individui si assoggettano in modo volontario per realizzare determinati scopi comuni.
La storia del Palazzo del Quirinale: dimora dei papi
Quando si parla del Quirinale è un po’ come ripercorrere le suggestive favole dei piccoli: si deve necessariamente partire dal principio e la storia di questo palazzo e del colle che le ha “prestato” il nome si perde davvero nel tempo. Dobbiamo pensare che sia stato costruito a partire dal 1583 e quindi ha subìto mutazioni stilistiche e architettoniche con l’avvicendarsi dei secoli, sia per le funzioni a cui fu destinato e soprattutto, come per tutte le residenze del caso, dalle nobili alle più umili e moderne fu frutto dei diversi proprietari che l’abitarono.
Per queste e molte svariate ragioni è uno dei più importanti palazzi della capitale, sia dal punto di vista artistico sia dal punto di vista politico: alla sua edificazione, nonché all’adorno lavorarono e cooperarono alacremente illustri maestri dell’arte italiana. Esempi noti e celebri fra i più sono Pietro da Cortona, Guido Reni, Giovanni Paolo Mannini, solo per citarne alcuni.
Inoltre, ma non meno importante il Palazzo si impose, soprattutto a partire dal pontificato di Paolo V Borghese, come residenza stabile dei papi, ancor prima di divenire, come già detto dimora destinata a fruizione dell’ambito della politica (ad avvalorare questo è utile sapere, per l’avvicendarsi storico che il Quirinale abbia ospitato ben 30 papi, da papa Gregorio XIII a papa Pio IX). Una normativa del suo tempo comunque lo propose esclusivamente come residenza estiva del romano pontefice. La ragione di tale scelta risiede nel fatto che, da un punto di vista logistico il colle del Quirinale ben si prestava a rendere più agevole ai papi il contatto con le sedi delle congregazioni pontificie (ovvero la residenza dei loro prefetti o decani) in cui la Curia si era riarticolata negli ultimi decenni del Cinquecento.
Il Quirinale divenne così di fatto la residenza del pontefice nella sua qualità di sovrano, ben diversa dalla funzione del Vaticano che costituiva la sede del papa vescovo. Eppure, per un’inspiegabile ragione, il Quirinale si sviluppò stilisticamente senza simboli religiosi visibili e soprattutto privo di una chiesa aperta al pubblico (unico tra i palazzi apostolici con questa particolarità).
Ad ogni modo, il Palazzo del Quirinale ha visto, oltre all’avvicendarsi dei papi nei secoli, come già anticipato numerosi altri proprietari; dato che la sua storia si perde nel tempo e per non tediarvi con innumerevoli nomi e date vi basti sapere che il principio vede una costruzione antecedente al moderno complesso del Palazzo del Quirinale, nell’area in parte occupata dal complesso centrale, dov’era presente un grande palazzo denominato Palazzo di Monte Cavallo, una delle residenze romane del cardinale Ippolito II d’Este (già proprietario di Villa d’Este a Tivoli). Nel 1550 ottenne in affitto per questo scopo la villa e la vigna circostante dal cardinale Oliviero Carafa per un periodo iniziale di cinque anni, che poi più volte rinnovò insieme al nipote Luigi d’Este, trovando qui, per la salubrità dell’aria il luogo adatto ai propri soggiorni romani.
Fu proprio il cardinale Ippolito d’Este a realizzare i primi lavori alla villa dei Carafa, che si limitarono comunque alla vigna circostante che fece appianare e modificare, al fine di trarne dei giardini con fontane, giochi d’acqua e sculture antiche rinvenute nella Roma Antica, il tutto ovviamente a proprie spese. Questo insieme di immagini, da questo momento storico in poi mostra infatti le evoluzioni subìte nel corso dei secoli.
Il Palazzo del Quirinale fu poi interessato da un progetto che lo voleva come futura residenza napoleonica nel tempo dell’occupazione francese della città del papa, ma Napoleone Bonaparte non vi fece mai ingresso. Fra Settecento e Ottocento, ad ogni buon conto il Palazzo, come del resto nei secoli precedenti acquisisce nuove modifiche, i giardini si trasformano anche in base ai gusti e alle mode del tempo e sorgono nuovi complessi interni che vanno ad arricchire tutto il complesso.
In particolare gli ultimi importanti interventi sull’architettura e sulle sue adiacenze furono portati a termine proprio entro la prima metà del ‘700. A Ferdinando Fuga si devono fra i tanti interventi interni ed esterni la Coffee-House (databile al 1741) nei giardini del Palazzo, splendida costruzione sia per l’impianto visivo offerto che in connubio all’ordine di statue presenti in giardino che arriva realizzare un accesso di tutto rispetto anche in funzione della sua destinazione d’uso e, sulla piazza, il Palazzo della Consulta, che doveva ospitare alcuni uffici e le guardie svizzere. Dopo il 1870 divenne palazzo reale dei Re d’Italia e successivamente con la proclamazione della Repubblica Italiana, avvenuta dopo il referendum istituzionale del 2 giugno 1946, l’edificio divenne definitivamente la sede del presidente della Repubblica.
Curiosità e numeri del Palazzo del Quirinale
Il Palazzo del Quirinale si estende su una superficie di 110500 m² ed è il sesto palazzo più grande del mondo in termini di superficie. Per darvi un’idea della grandiosità del Palazzo l’intero complesso della Casa Bianca statunitense è 20 volte più piccolo del primo. Possiede in totale 1200 stanze ed è composto dal corpo centrale, che si sviluppa attorno all’ampio cortile d’onore, con le più belle sale del complesso che hanno funzione di luoghi di rappresentanza della Presidenza della Repubblica, mentre gli uffici e gli appartamenti del capo dello Stato sono ospitati negli edifici al fondo della cosiddetta Manica Lunga, sul lato lungo via del Quirinale, all’inizio della quale si trovano gli sfarzosi appartamenti imperiali, che vennero appositamente sistemati, decorati e ammobiliati per due visite del Kaiser Guglielmo II (nel 1888 e nel 1893) e che oggi ospitano i monarchi o i capi di Stato stranieri in visita al Presidente della Repubblica.
Gli ambienti del palazzo ospitati nel corpo centrale sono innumerevoli e occorrerebbe, per render loro giustizia un discorso a se stante, per cui in merito a questo vi rimandiamo, con piacere al portale ufficiale del Quirinale dedicato alle visite virtuali del Palazzo: un plauso in merito va al Servizio Sistemi Informatici della Presidenza della Repubblica per il magnifico lavoro svolto nella realizzazione grafica e applicativa. Potrete beneficiare, come indica anche il sito del “QUIRINALE 3D VR” un software per la navigazione virtuale del Piano Nobile del Palazzo del Quirinale ricostruito in 3D nell’ambito di un progetto donato alla Presidenza della Repubblica dalla società italiana di ingegneria Geocart e dalla sua controllata Digital Lighthouse.
Un breve focus però, priva di lasciarvi lo dedichiamo a un ambiente forse non fra i più grandi del Palazzo, ma per gusto personale indubbiamente annoverabile fra gli spettacolari del Quirinale: la Sala del Piffetti, che deve il nome alla grandiosa e preziosissima libreria costruita alla metà circa del Settecento per la villa della Regina Anna d’Orleans, nei pressi di Torino dall’ebanista piemontese Pietro Piffetti. Per volontà di re Umberto I e della regina Margherita il capolavoro del Piffetti fu trasportato al palazzo del Quirinale, dove si può tuttora ammirare. La struttura in pioppo è rivestita da una impiallacciatura con intarsi in palissandro, bosso, tasso e ulivo e ornati in avorio, davvero un’opera mirabile di ingegno e manualità d’altri tempi.