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Palazzo dell’Eliseo: Storia della dimora del Presidente di Francia

L’elezione del neo-presidente della Repubblica in Francia, Emmauel Macron, 39 anni e chiacchieratissimo soprattutto per la relazione con Brigitte Trogneux, 64, ha nuovamente risvegliato, nelle ultime ore quell’atavica curiosità di sondare più a fondo le future fortune di chi succede alla presidenza uscente.

C’è chi si lancia alla ricerca del tenore di vita della nuova Premiere Dame e chi, come noi in realtà, pensa più che altro alla fortuna che hanno in genere grandi uomini che governano il mondo a vivere – a conti fatti – in dimore che, oltre alle fattezze principesche hanno in sé il fascino, i profumi e i colori di storie ed epoche avvincenti. E allora, proviamo a scoprire, partendo proprio dalla Francia e dall’Eliseo qualcosa in più sulle “abitazioni presidenziali”. Sarà un lungo viaggio che speriamo di compiere da qui in poi settimanalmente, auspicando possiate appassionarvi come noi ad ogni luogo!

Le Palais de L’Elysée, ovvero sua maestà l’hotel 

Vorrete perdonarci il gioco di parole lasciato a metà: l’Eliseo rientra nella caratteristica architettonica degli “hotel particulier”, un tipo di costruzione tipicamente francese che consisteva in un’abitazione lussuosa e di dimensioni davvero importanti come quelle di una villa ma costruita nel tessuto urbano delle città, di sovente strutturata su più piani (l’equivalente britannico a quel tempo erano le Mansion). Il termine era applicabile a tre tipologie di destinazioni d’uso:

  • Residenza abitata da una sola famiglia – aristocratica o alto-borghese – oltre che dai domestici.
  • Residenza per più famiglie in affitto – spesso bassa aristocrazia o borghesia, per conto di un proprietario.
  • Funzione pubblica: edifici vari o municipi.

Premesso questo infatti risulterà sicuramente più chiaro a voi che ai tempi della sua edificazione al 55 di rue du Faubourg-Saint-Honoré a Parigi, nell’ottavo arrondissement (civico odierno dell’Eliseo) l’assetto urbano non fosse affatto come quello attuale. Sorse difatti fra anonime botteghe e campi dediti ai pascoli, frammisti a terreni destinati all’agricoltura e poche case dai tetti di paglia nel sobborgo (appunto Faubourg) Saint-Honoré. Si presentava così agli inizi del XVIII secolo ed è suggestiva l’illustrazione a lei dedicata.

I committenti e le evoluzioni dell’Eliseo

Dimora signorile di buon gusto fu commissionata ad Armand-Claude Mollet fra il 1718 e il 1720 dal conte d’Évreux, Louis Henri de La Tour d’Auvergne. Come già indicato secondo il gusto del tempo fu realizzata sul tipico impianto dell’“Hôtel particulier”: la dimora si innestava lungo un asse trasversale che possedeva, aprendosi sul davanti la Corte d’Onore, mentre sul retro i Giardini. Potendo percorrere idealmente sin dall’accesso l’Eliseo vi ritrovereste sul viale dinanzi ad un imponente portale monumentale a colonne ioniche binate che porta all’accesso nella corte semicircolare. In fondo notereste in tutta la sua bellezza il palazzo, a due piani, ai cui lati si aprono due piccoli cortili a suo tempo usati dai servitori e fornitori per i lavori domestici. All’interno accedereste da un vestibolo, che immette al piano terra, destinato allora alla ricezione di ospiti e avventori e in seguito al primo piano destinato alla famiglia nobile e ad accogliere i più intimi.

Vista però la sicura faraonica spesa per la costruzione, il Conte (che siamo certi non possedesse le liquidità di un Re e dopo capirete perché) decide di allestire, rispetto al progetto originario, solo il pian terreno che viene adornato – fra il 1720 e il 1722 – dal prosecutore dei lavori Jules Michel Alexandre Hardouin. E’ innegabilmente fra i più mirabili esempi dello stile Reggenza, ben visibile sulle boiserie a motivi floreali ad opera di Michael Lange e in tanti splendidi dettagli che concorrono alla magnificenza di questa dimora storica.

L’Eliseo tra i doni di Luigi XV alla Favorita

Tutto cambia nello stile e nelle reinterpretazioni d’arredo secondo le mode d’epoca e soprattutto i gusti (al femminile) quando nel 1753 il palazzo viene acquistato niente meno che da Luigi XV di Francia alla “modica” cifra di 730.000 lire, il quale decide di farne “cadeaux”, per le festività e durante la Vigilia di Natale dello stesso anno alla sua favorita Madame de Pompadour, scatenando così l’ammirazione (e la certa invidia, oltre che i facili pettegolezzi) della corte di Versailles per questo luogo, allora alle porte di Parigi.

Madame De Pompadour è donna colta e dai gusti eccelsi e grazie al sostegno del Re che tutto le accorda non si fa scrupolo minimo nel rivoluzionare completamente gli ambienti secondo la sua personale visione del Rococò più puro, che per altro adora: parte da Lassurance, il suo architetto prediletto per costruire una Scala d’Onore degna di questo nome, gli commissiona il primo piano e chiede soprattutto che venga allestita una camera da letto a dir poco opulenta che prenderà il nome de “La grande alcôve”. Non mancheranno nemmeno le opere e l’ingegno di François Boucher e Dubois per le pitture di medaglioni e pannelli. La Marchesa sceglierà personalmente ogni piccolo, grande dettaglio di questa dimora, dai tessuti ai motivi decorativi, persino i marmi e gli arazzi di Gobelins, per non parlare dei sontuosi lampadari in cristalli di Boemia che adornano il Salone delle Feste, oltre ovviamente ai servizi da tavola, gli orologi e tutto lo scibile che contribuisca a rendere davvero principesco il dono del “suo” Re. Questo stile e l’eleganza si riversa anche nei giardini, un vezzo tipico proprio del tempo e così nascono portici, labirinti e cascate.

Nel documento sulle eredità e nello specifico sulla proprietà dell’Eliseo la Marchesa di Pompadour fa figurare, nel 1757, il Marchese di Marigny, suo fratello, come erede universale. Una cosa che non avrà affatto gradito il Re che alla sua morte, avvenuta nella aprile del 1764, decide di destinare il Palazzo agli Ambasciatori. Tutto il mobilio con le opere d’arte viene venduto, persino il Giardino si ritrova notevolmente ridotto con l’obiettivo di implementare la Promenade degli Champs-Élysées.

Il Palazzo dell’Eliseo: l’epilogo e le nostre conclusioni

Da questo momento in poi si succederanno diversi compratori e proprietari, fra cui alcuni davvero importanti come Carolina Bonaparte, che lo abiterà durante il periodo in cui l’Eliseo diviene proprietà pubblica, e in seguito Giuseppina di Beauharnais. Qui il 22 giugno 1815 Napoleone firmerà inoltre l’atto di abdicazione. Dal 1873 è residenza ufficiale del presidente della Repubblica francese.

In questa prima parte di viaggio ci sentiamo di concludere che indubbiamente restiamo più legati al periodo d’oro della Marchesa di Pompadour che ha saputo plasmare secondo il suo estro questa dimora, dandole la vita che pensiamo nessuno sia più stato in grado di donarle. Quel che è certo è che, come per tutte le antiche dimore storiche del mondo queste mura conservino intatte le gioie, i dolori e i sospiri di uomini e donne d’un tempo lontano, insieme a sicuri intrighi, stratagemmi e rivendicazioni che hanno contribuito ad alimentare il Mito della Francia pre e post rivoluzione. Un’epoca straordinaria, di cui auspichiamo di parlarvi presto in nuove pagine di storia alla scoperta di altre dimore presidenziali!

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