Oscar 2018: Hollywood sfida Trump e premia i “ latinos”
The Shape of Water (La forma dell’acqua) è stato il trionfatore di questa edizione degli Oscar. Arrivato a Hollywood con 13 nomination, il film di Guillermo del Toro si è portato a casa quattro statuette: Miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura e miglior colonna sonora originale. Il regista messicano commosso «Io sono un immigrato», ha esordito col premio in mano, scandendo bene le parole, «come molti di voi. E negli ultimi 25 anni ho vissuto in un Paese tutto nostro. Una parte è qui, una parte è in Europa, una parte è ovunque. Perché la cosa più importante che fa il nostro settore è cancellare le linee di confine, quando il resto del mondo vorrebbe renderle più profonde».
E qui è apparso semplice il riferimento politico all’amministrazione Trump. Cita Spielberg e dedica il premio ai giovani cineasti «perché credano che con il fantasy si può raccontare la realtà». Premiato anche Coco, due statuette su due candidature, che celebra la famiglia e los muertos, dunque la memoria oltre la vita. E latina è anche la prima transgender presentatrice di una Oscar night la cilena Daniela Vega anche vincitrice in quanto protagonista assoluta del lungometraggio preferito fra i candidati stranieri, Una donna fantastica.
Riscalda il cuore dell’Italia
James Ivory 89 anni, il più anziano della storia ad aver vinto un Academy Award non alla carriera,per la migliore sceneggiatura non originale nel di Luca Guadagnino “Chiamami col tuo nome”. Al momento della premiazione ringrazia: “Che sia gay o etero, ognuno di noi ha vissuto il suo primo amore, e tutti siamo passati indenni da queste emozioni grazie alle nostre famiglie”, ed è tutto qui il senso del film, il racconto di un cuore adolescente alle prese con l’esplosione anche drammatica del sentimento, confortato dall’arcadia multiculturale, magnifica quanto forse impossibile di una famiglia comprensiva, totalmente inclusiva.