Gay Pride Reggio Emilia: 13.000 al corteo, 300 estremisti in processione

Nonostante le polemiche delle ultime settimane, la prima edizione del Reggio Emilia Pride (conosciuto anche come REmiliaPride) è stato un successo di pubblico: oltre 13.000 persone si sono unite al divertente e colorato corteo per abbattere i pregiudizi sociali contro la comunità LGBT, a suon di musica e cartelli dalle frasi iconiche.
Il Gay Pride, manifestazione aspramente criticata da molti detrattori spesso anche dai gay stessi perché spesso sopra le righe, è comunque un modo importante per ribadire la fierezza verso la propria persona, in modo più leggero e scanzonato, in una società in cui è sempre più difficile sentirsi a proprio agio con la propria persona (e non solo per la comunità LGBT).
Il Gay Pride: un’importante dichiarazione d’intenti
Un’occasione che fa sempre discutere, e parlarne non fa mai male, un’importante dichiarazione d’intenti, di non volersi piegare alla paura dell’ignoranza e a tutti i suoi possibili strascichi. Il sindaco di Reggio Emilia ha partecipato alla parata e, in seguito al Reggio Emilia Pride, ha dichiarato che: ” Questa è la città dei diritti delle persone, che vuole investire nella dignità, prima di ogni cosa“.
300 manifestanti religiosi contro il Reggio Emilia Pride
Ma non tutti hanno voluto sostenere la causa LGBT, perché accanto al corteo del Reggio Emilia Pride, 300 manifestanti hanno, invece, percorso Via Emilia Santo Stefano e Corso Garibaldi di Reggio Emilia per poi fermarsi a pregare davanti alla Basilica della Ghiara proprio contro i gay. Tra le dichiarazioni degli estremisiti religiosi: “L’omosessualità è il più grave dei peccati!” o “Fa rabbrividire un Papa che dice che un gay non va giudicato!“. Però, insomma, 13.000 contro 300… traetene voi le giuste conclusioni.