ONU, il Trattato sulle Armi Atomiche a New York: via alla discussione
Oggi inizia presso le Nazioni Unite a New York la discussione sull’adozione del Trattato per la messa al bando globale delle armi atomiche. Si tratta di una discussione in piena corsa agli armamenti che si apre, tra l’altro, dopo l’ennesimo lancio sperimentale balistico per il trasporto di testate atomiche, il sesto, effettuato dalla Corea del Nord.
Come reso noto dall’Office for Disarmament Affairs delle Nazioni Unite, la discussione per l’adozione del trattato sarà presieduta da Elayne Whyte Gómez, rappresentante permanente del Costa Rica presso l’ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, e si svilupperà in due fasi dal 27 al 31 Marzo e dal 15 Giugno al 7 Luglio. Come precisato dall’Onu; “la conferenza rappresenta le prime negoziazioni multilaterali sul disarmo nucleare in più di 20 anni”.
La discussione che prende l’avvio nella giornata odierna è frutto di un percorso iniziato in sede ONU il 26 Ottobre scorso quando le Nazioni Unite hanno adottato a larga maggioranza una risoluzione politica redatta da Austria, Brasile, Irlanda, Messico, Nigeria e Sud Africa, per l’avvio dei negoziati su di un Trattato internazionale che vieti le armi nucleari. In quella sessione autunnale 123 nazioni si sono proclamate favorevoli, 16 astenute e 37 nazioni si espressero contro. Delle potenze nucleari mondiali c’è ferma contrarietà di Usa, Russia, Francia e Gran Bretagna mentre la Cina al momento si astiene.
L’arsenale mondiale delle testate utilizzabili è vasto. Considerando esclusivamente i numeri di USA e Russia la quota supera i 15000 dispositivi nucleari utilizzabili. Al 2010 si potevano contare 5113 ordigni di proprietà statunitense di cui 150 dislocati in Europa (40 in Italia) mentre quasi 14.000 sarebbero gli ordigni di proprietà russa. Per quanto riguarda l’esito della discussione, però, non c’è da farsi grandi illusioni. Per i russi è la proporzionalità della riduzione degli armamenti nucleari tra Russia e USA il metro sul quale una qualche forma di soluzione positiva può essere possibile. Motivo percui è stato rifiutato l’invito da parte statunitense. Non bisogna dimenticare, inoltre, che anche Gran Bretagna, Francia, Cina, Israele, India, Pakistan e Corea del Nord dispongono di tecnologie ed arsenali nucleari di tutto rispetto.
Per quanto riguarda l’Italia, la posizione non è chiara: ufficialmente è contraria. In una prima risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 23 Dicembre 2016 il voto è stato negativo, come è stata contraria anche per la votazione di una risoluzione simile e contemporanea proposta in Unione Europea. Inoltre, l’ex vice Ministro degli Esteri, Mario Giro, ad Ottobre si espresse affermando: «pur condividendo gli obiettivi di fondo riteniamo che la convocazione, nel 2017, di una Conferenza delle Nazioni Unite per negoziare uno strumento giuridicamente vincolante sulla proibizione delle armi nucleari, costituisca un elemento fortemente divisivo che rischia di compromettere i nostri sforzi a favore del disarmo nucleare». Sembra però che l’Italia per errore tecnico durante la risoluzione del 26 Ottobre abbia espresso voto favorevole.