Omicidio Meredith: la lettera della sorella dieci anni dopo
Dopo dieci anni dall’omicidio di Meredith, la sorella, in una lettera al legale di famiglia ricorda che Rudy Guede, unico condannato a 16 anni di reclusione, non ha agito da solo quel 1 novembre del 2007, giorno in cui la giovane venne uccisa nella sua casa di Perugia. Stephanie Kercher cerca ancora la verità, vuole giustizia.
“Il caso dell’omicidio di Meredith Kercher è stato abbandonato?”. Questa è la domanda di Stephanie, la sorella di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa in un casolare a Perugia, dieci anni fa, nella sera tra giorno 1 e 2 novembre del 2007. In una lettera al legale di famiglia, l’avvocato Francesco Maresca, la sorella chiede: “Il caso è stato abbandonato?” ricordando che secondo il parere dei giudici, Rudy Guede non era solo.
“Dieci anni fa, oggi, le nostre vite sono cambiate per sempre. Il nostro mondo è stato distrutto da ciò che si potrebbe definire come “un’altra notizia di cronaca. Nonostante ci si rattristi sempre per il numero crescente di morti che appaiono quotidianamente nei telegiornali è comunque qualcosa che non penseresti mai ti possa accadere. Il primo novembre, il giorno in cui Meredith ci è stata brutalmente portata via, è indelebile nella mia mente. Mi hanno chiesto, ovviamente, come la ricorderemo e come ci sentiamo oggi, il giorno del decimo anniversario dalla sua morte. Come possono capire coloro che hanno perso qualcuno di caro, o coloro che hanno vissuto la tragedia di perdere qualcuno in maniera così brutale, vi possiamo dire che il dolore e il senso di impotenza non si affievolisce mai”.
Lo stesso legale: “Ricordiamo ancora oggi la povera Meredith, pensando al suo splendido sorriso che abbiamo conosciuto dalle foto. Le parole della sorella devono servire da monito per un impegno ancora maggiore nella ricerca dei responsabili di delitti così efferati che hanno contraddistinto la cronaca italiana degli ultimi anni”, “nel caso di Meredith Kercher, tutti noi sappiamo che Guede non era solo, ma sappiamo anche che per lo Stato italiano non ci sono altri colpevoli”.
La vita di Amanda Knox e Raffaele Sollecito dopo l’assoluzione
Amanda Knox, la giovane di Seattle, arrestata il 6 novembre 2007, tornata negli Usa dopo aver riacquistato la libertà, scrive articoli per giornali e libri. Mentre, Raffaele Sollecito, ingegnere informatico, lavora in proprio.
Rudy Guede, l’unico condannato
L’unico ad avere scelto il rito abbreviato dopo avere ammesso di essere stato presente nella casa del delitto è stato Rudy Guede. Lo stesso però ha negato di avere ucciso Meredith Kercher, nonostante ciò sconta ancora oggi la sua pena, 16 anni di reclusione.
L’errore di Patrick Lumumba
Chi non riesce invece a vivere con indifferenza il decimo anniversario della morte di Meredith è Patrick Lumumba, arrestato nelle prime fasi dell’indagine e poi tornato in liberà. “È un brutto ricordo che non si cancella, momenti difficili che mi accompagnano e probabilmente lo faranno per tutta la vita. Prima di tutto c’è comunque la condivisione per il dolore della famiglia di Meredith Kercher”.
Perugia invece sembra vivere in maniera asettica il decimo anniversario del delitto.