Malta, omicidio Daphne Caruana Galizia: arrestate dieci persone
Questa mattina sono state arrestate dieci persone a Malta nell’ambito dell’indagine sull’omicidio della giornalista e blogger Daphne Caruana Galizia, uccisa con un’autobomba lo scorso 16 Ottobre.
Ad annunciarlo è stato il primo ministro di Malta, Joseph Muscat. Gli arresti sono stati eseguiti in diverse aree, tra cui Marsa e Bugibba. Tutti i sospettati sarebbero di origini maltesi e alcuni avrebbero dei precedenti.
Le dichiarazioni di Muscat
La polizia ha ora 48 ore per interrogarli e decidere se procedere legalmente contro di loro. “Sono stato informato riguardo a un’operazione di sicurezza che ha avuto luogo questa mattina, sulla quale penso sia nell’interesse nazionale informare il pubblico”, scrive il premier Muscat in un comunicato. “L’operazione è stata eseguita dalla polizia, dalle forze armate di Malta e dai nostri servizi di sicurezza in seguito a indagini fatte nelle ultime settimane. Durante questa operazione otto persone sono state arrestate, nei confronti delle quali esiste un ragionevole sospetto di coinvolgimento nell’assassinio di Daphne Caruana Galizia“.
An additional 2 persons have been apprehended in #DaphneCaruanaGalizia murder probe, bringing total to 10 arrests. Authorities have all areas of interest under control since early this morning and searches are underway.
— Joseph Muscat (@JosephMuscat_JM) 4 dicembre 2017
Muscat ha sempre dichiarato di “non darsi pace fino a che non sarà fatta giustizia” nonostante i dissapori che c’erano stati con la reporter. Infatti, Caruana Galizia aveva affermato che nei cosidetti Panama Papers fosse saltato fuori il nome di Michelle Muscat, moglie del primo ministro. La vicenda portò ad anticipare le elezioni con vittoria del partito laburista.
Per il suo grande impegno contro la corruzione di Malta, Caruana Galizia fu definita “one-women wikileaks” e “Politico Europe” la indicò come una delle “28 persone che avrebbe scosso l’Europa nel 2017”.
Sin da subito l’omicidio di Daphne Caruana Galizia è diventato un caso internazionale, tanto che il 16 ottobre migliaia di persone si sono raccolte in suo onore nelle più le più importanti città d’Europa come Londra e Bruxelles.
Anche oggi, alla luce dei nuove svolte sull’indagine, sui social il nome della giornalista maltese circola senza sosta accompagnato da messaggi di profonda ammirazione e desiderio di giustizia.