Nuovi Voucher, Manifestazioni Cgil a Roma: richieste cittadini tradite
Mentre a Roma si svolgono due cortei organizzati dalla CGIL, i voucher, o meglio, i “nuovi voucher” tornano al centro del dibattito politico. In meno di novanta giorni i “buoni lavoro” sono stati aboliti e reintrodotti dallo stesso Governo per evitare che si svolgesse un referendum abrogativo in merito. Più di 3 milioni di italiani, a partire dall’anno scorso, hanno sottoscritto la proposta di abrogazione della norma insieme alla proposta di reintroduzione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (in breve, il cosiddetto “licenziamento senza giusta causa”).
Nonostante fosse stato ammesso solo il quesito sull’abolizione dei voucher, la data per la consultazione era già stata fissata per il 28 maggio. Data troppo a ridosso delle amministrative e delle presunte politiche anticipate. Di conseguenza il governo Gentiloni, convertendo un decreto legge, decide di rendere inutile il referendum e abolisce il sistema lavorativo fortemente voluto dal suo predecessore Matteo Renzi. Il 21 aprile il Referendum è stato ufficialmente cancellato.
Susanna Camusso, una delle promotrici della consultazione, ottiene una cosiddetta “vittoria di Pirro” e per giunta anche temporanea. Ieri, nel giorno della discussione dello Ius Soli, il Governo ha ottenuto la fiducia in Senato grazie alla quale sono stati reintrodotti i cosiddetti “nuovi voucher”; ne risulta una grande umiliazione sia per i sindacati, non capaci di condurre una battaglia di tali dimensioni, sia per i cittadini, in particolar modo i 3,3 milioni che hanno espresso la volontà di andare al voto.
Cosa prevedono i nuovi voucher?
Si chiameranno “libretto famiglia” o “PrestO”, il primo dedicato alle famiglie per lavori occasionali da svolgersi in casa, il secondo dedicato alle aziende con meno di 5 dipendenti (attenzione, assunti a tempo indeterminato). L’attenzione è puntata sulla regolamentazione per le aziende e per le pubbliche amministrazioni, sono loro infatti ad aver usato massicciamente lo strumento lavorativo, in maniera spesso poco consona allo scopo originale.
Se i voucher erano stati presentati come mezzo per far emergere il lavoro nero, in sostanza sono stati usati come strumenti per abbassare il costo del lavoro e aumentarne la precarietà. Il PrestO potrà essere usato con un tetto massimo di 2500 euro annui per lavoratore e sarà vietato nel campo dell’edilizia e dell’agricoltura. La manovra è quindi contraddittoria: se lo scopo è far emergere il lavoro nero, perché esentare dalla stessa le categorie lavorative più soggette ad irregolarità? Edilizia e agricoltura sono notoriamente settori che soffrono di episodi di precariato che a volte sconfinano nel vero e proprio schiavismo (vedasi caporalato).
Inoltre non v’è nessun obbligo per il datore di lavoro di procedere poi alla stipula di un contratto regolare, che è bene ribadirlo, è previsto anche per collaborazioni occasionali. Cambiano le regole, ma non cambia la sostanza. Inoltre la mossa del governo sarà un pericoloso precedente per tentare di abolire ogni consultazione popolare abrogativa.
Il corteo organizzato dai sindacati
In virtù delle nuove regole, oggi due cortei si muoveranno per il centro di Roma per poi incontrarsi a Piazza San Giovanni dove alle ore 12 è previsto il discorso di Susanna Camusso che ha già ribadito che “con i nuovi voucher si reintroduce l’ennesima forma di precarietà, raccontando che è un contratto mentre, invece, è una pura transazione economica che non prevede alcun diritto per i lavoratori. Il Governo e la politica hanno avuto paura del confronto pubblico su un tema così importante come quello della precarietà”. Presenti anche esponenti di Sinistra Italiana come Fratoianni e Fassina e membri di MDP come Gugliemo Epifani.