musica indie: intervista esclusiva a Tia Airoldi
Tia Airoldi ha un ambizione: “scrivere canzoni vicino al cuore, per restare col cuore aperto“. Da sempre affascinato dal cantautorato americano da Johnny Cash, Neil Young, Sufjan Stevens fino John Lennon e Jim Morrison, Tia Airoldi scrive le sue canzoni assieme alla sua chitarra elettrica, acustica e ad altri strumenti non dimenticando mai di metterci un pizzico del suo cuore. Una voce calda ma anche potente, testi che parlano di quotidianità, di lui e forse un po’ di tutti noi.
Tia Airoldi e i suoi progetti passati e futuri
Ora Tia è al lavoro su progetti nuovi e Dinner e Morning news, due singoli autoprodotti che meritano davvero più di un ascolto. Tia però ha un palmares davvero incredibile. Fondatore dei The Please con cui ha pubblicato ben 5 album, ha girato l’Europa con la sua musica, ha preso parte alla lavorazione della canzone “I Can See The Stars” di Fabrizio Campanelli da “Come Diventare Grandi Nonostante I Genitori” il film di Luca Lucini,canzone candidata nel 2017 al David di Donatello come “miglior canzone originale”. A questo punto se ancora non siete curiosi di ascoltare le canzoni di Tia Airoldi, leggete la sua intervista e scoprite, come ho fatto io qualcosa di più su questo cantautore che ha ancora il sogno di creare un angolo tutto italiano di musica anglofona.
Intervista a Tia Airoldi
Ho letto qualcosina su di te, direi che hai già fatto un milione di cose belle con la musica e sono sicura che ne farai altrettante…ma se dovessi descrivere la tua musica in una frase?C’è un hashtag che mi accompagna ovunque ed è #nearyourhearts e rappresenta la direzione che desidero per la musica che scrivo. Quali sono i tuoi nuovi progetti e cosa ti aspetti dalla tua musica? I The Please rimangono la mia band principale e stiamo rifinendo la nostra prossima uscita.C’è un brano in particolare che sarà la svolta. Per quello che riguarda il me stesso solista, ho in mente e sulle corde due cose: un disco di cui ho già una scaletta molto concreta, e un altro sogno di cui, per ora, taccio. Ho ascoltato qualche tuo pezzo, per lo più ho guardato più volte il video di Dinner e, oltre alla fame pazzesca che mi è venuta, l’ho trovata una canzone davvero bella. Come ti è venuta l’idea per questo pezzo? Ero a cena dai miei dopo diverso tempo che non li vedevo: spesso le cene con i genitori sono fonti di confronti e discussioni: motivanti, drammatiche, illuminanti, folli: ho voluto fotografare il momento. L’ho scritta non appena tornato a casa per cercare di mantenere l’immagine vivida e tentare di rispettare quel sentimento misto di malinconia e felicità.
La tua passione è il cantautorato americano Johnny Cash, Neil Young, Elliot Smith, Jim Morrison, John Lennon e tutti gli altri…a questo punto sarei curiosa di sapere qual è stata la tua prima musicassetta?La primissima è stata “ROCK” di Vasco Rossi. Poi in mezzo a tutti questi grandi della musica internazionale, c’è qualche cantautore italiano che ti piace e che in qualche modo ti ha ispirato o la musica italiana non ti ha mai interessato? Ci sono dei dischi italiani di cui sono, per vicende diverse, debitore: “Creuza de mä”, “La buona novella” per citarne due di De Andrè. “Requiem” dei Verdena. “Blood Coloured Skies” dei Daylight Seven Times. “And Everything Fits in the Yellow Whale” degli Iori’s eyes. Torniamo alla musica cantata in inglese. Credo sempre nella creazione di un ceppo anglofono italiano. Quando hai deciso che la musica non volevi solo ascoltarla dal tuo…ehm adesso direi dal tuo cellulare ma io ho iniziato con il walkman quindi diciamo pure quando hai deciso che avevi voglia di fare musica e quando hai iniziato? Presto presto. E sono stato fortunato a incontrare tanti amici e colleghi da cui ho imparato (e imparo) molto.
Cambiamo un attimo argomento, laureato in archeologia???? Dai confessa, eri un fan di Indiana Jones o di Piero e Alberto Angela? No ok la domanda centra poco con la musica ma dovevo farla. Sono ancora fan di Indiana Jones! C’è una sua frase che vale tutto e che racchiude il senso di tante cose e del passare inesorabile del tempo: “Non sono gli anni amore, sono i chilometri!”. Adesso lavori come maestro alle scuole elementari, come concili il tuo lavoro con la tua carriera musicale? E se dovessi scegliere un giorno fra la musica e l’insegnamento che cosa faresti? La “scelta” è a-priori, cioè la musica è il grande motore che abbraccia tutto: non vedo una dualità tra insegnamento, songwriting e performance; è per me un tutt’uno direi.
Va bene non ti torturo più…ultima domanda con cui chiudo tutte le interviste e da te mi aspetto una bella risposta considerando la tua Dinner e il video di questa canzone. Qual è il tuo piatto preferito?Sto leggendo un libro ambientato a Marsiglia e mi viene sempre voglia, ultimamente, di piatti caserecci e mediterranei. Per cui oggi ti dico pasta allo scoglio!