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Musica: Gruppi di nicchia per destino o per scelta?

Quante volte sentiamo ‘gruppo di nicchia’ e ci sembra ingiusto nei confronti di alcuni gruppi che amiamo e che troviamo debbano diventare famosi? Si meriterebbero sold out e grandi palchi e li seguiamo con passione perché comunque vogliamo farli resistere ed esistere in quella ristretta cerchia di estimatori.

Ma ci siamo mai chiesti per quanti di loro quello di essere un gruppo di nicchia sia stata una scelta o un ripiego perché non piaciuti al grande pubblico?

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Mi vengono subito in mente i Marlene Kuntz che da “Il Vile” in poi hanno cominciato a cercare di conquistare questo grande pubblico, ma non è stato possibile perché nel loro caso avevano iniziato dall’underground suonando dappertutto per tanto tempo e quindi creando una base di estimatori affezionata che si aspettava il loro sound noise e acustico che abbracciava i testi importanti di Godano.

Non posso credere invece che un gruppo come i Madrigali Magri di Giovanni Succi abbia pensato di ‘uscire’ dall’essere un gruppo di nicchia perché non ci si immagina proprio in un grande stadio ad ascoltare la poesia e le strutture chitarriste del cantante, con grandi esplorazioni blues e soluzioni desertiche, sottolineate dalla voce che dà un respiro e un carattere alla storia.

Pensando al blues mi viene in mente Betty Smith che cantava e scriveva canzoni che contenevano elementi espliciti del vaudeville e del music hall, quindi un po’ sconci e fuori dalle righe, ma anche tragici e molto malinconici. Lei quando si esibiva riusciva ad operare una sorta di ipnotismo di massa e fu la prima tra le grandi donne del blues a ricevere delle royalties sui suoi pezzi, raggiungendo il successo nel periodo prima della grande depressione, eppure non la si ricorda al pari di un Howin’ Wolf o Billie Holiday. Fa parte degli artisti di nicchia e in questo caso fondamentalmente per destino.

E ricordiamo anche i Television che l’anno scorso hanno celebrato i 40 anni da “Marquee Moon” e loro, più fighi dei Sonic Youth, ma mai capaci di svoltare come il quartetto newyorchese con il contratto con la Geffen che gli fece raggiungere un successo insperato fino ad andare a scemare verso la fine carriera per i dissidi tra Kim Gordon e Thurston Moore, coppia scoppiata. Ma anche loro non si sono mai tolti di dosso la nomea di gruppo di nicchia.

Il gruppo che invece è di nicchia per scelta è secondo me quello dei Free, un quartetto londinese degli anni 70. Amati dai musicisti che rifacevano in sala prove le loro canzoni per divertirsi. Un gruppo che ha rappresentato la coerenza dall’inizio alla fine: a diciassette anni sapevano già cosa volevano dalle loro canzoni e chi doveva fruirne. E nessun compromesso per un maggior successo di massa li avrebbe scalfiti.

“Artisti di Nicchia” estrapolato da “Con Ghiaccio” è la canzone che mi ha ispirato questo articolo. Giovanni Succi, cantante dei Madrigali Magri e conosciuto anche per i grandissimi Bachi da Pietra altro gruppo di nicchia per scelta consapevole, mi ha ispirato questo articolo e in particolare con il brano  “Artisti di Nicchia” estrapolato da “Con Ghiaccio”, il primo suo primo album solista di inediti a suo nome.

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